giovedì 26 settembre 2013

LETTERA AD UN PADRE DOPO TRENT'ANNI






Ieri sera concludevo la riflessione contenuta nell'articolo "La Vita è adesso", anticipando una lettera che è nata nel mio cuore, nei miei pensieri, nei miei ricordi, in questi ultimi giorni, a ridosso di una scadenza che è iniziata a maturare trent'anni indietro nel tempo.

Questi lunghi anni sono stati degli anni in cui quello che era un giovane che si stava affacciando al vero gioco della vita, è oggi un uomo maturo e dentro questi lunghi anni ci sono un bagaglio di ricordi, di esperienze, di visi, di persone incontrate nel mondo.

Ed allora ho provato ad immaginare cosa avrei potuto scrivere in una lettera da recapitare ad un Padre che se ne è andato troppo presto, e non ha potuto condividere quelle esperienze che io ho potuto fare in questi lunghi anni.

E così da questa riflessione è nata

mercoledì 25 settembre 2013

LA VITA E' ADESSO





Questa è una di quelle sere in cui il sentimento della nostalgia prevale su ogni altra cosa.

Domani rappresenta per me una di quelle date che entrano prepotentemente nella vita di ognuno di noi.

Sono quelle tappe che non le dimenticherai mai, sia nel bene che nel male, sono quei giorni che in mezzo a migliaia di giorni, a volte sempre così uguali tra loro, resteranno sempre nella mente e nulla riuscirà a cancellarli.

Il giorno di domani mi rimanda indietro a trent'anni fa, quando ero molto più giovane, a quando stavo muovendo i primi passi nella vita post scolastica, gli anni in cui avevo iniziato a percorrere quel ponte,
che come ci aveva detto il nostro professore di diritto, è un ponte che quando lo guardi da giovane sembra immenso, lunghissimo e man mano che questo ponte lo percorri e ti guardi dietro, ti rendi conto che forse non era così lungo, come sembrava all'inizio.

Trent'anni fa accadde, nella mia vita, un episodio di quelli traumatici, un episodio che è accaduto troppo presto e mi ha privato della gioia di crescere, con la figura di un Padre vicino, un Padre a cui donare le soddisfazioni che ogni figlio vuole dare a suo Padre

Allora, se guardavo avanti a me, il pensare ai trent'anni che dovevano passare perché arrivasse la scadenza a cui oggi siamo arrivati e che ci impone il rispetto di determinate procedure burocratiche, mi sembrava un'immensità.

Quell'immensità di ieri, oggi è vita vissuta, è una somma di esperienze che mi hanno condotto ad essere quello che sono, ad occupare lo spazio che occupo, a pensare se avrò ancora tanta immensità da riempire e come si potrà riempire questa immensità che mi rimane da riempire?

Sarebbe stato bello avere accanto a me quella persona che non ho potuto avere e parlare non più da figlio che parla con il padre, che sembrava così grande, per me, a quei tempi, ma parlare da uomo a uomo, perché oggi non sono più il giovane che stava iniziando il suo percorso di vita, ma sono un uomo cresciuto.


Sicuramente come era nel suo modo di essere, se ne sarebbe stato in silenzio ed io lo avrei travolto di parole, di racconti, gli avrei descritto i viaggi che ho fatto in questo lungo tempo.


Mentre sto riflettendo, arriva dalla radio una stupenda canzone di Baglioni e come tutte quelle cose che arrivano al momento giusto questa canzone è "La vita è adesso".

Esco dalla nostalgia, esco dai ricordi, esco dai rimpianti, completo quella lettera che ho tenuto nel cassetto, per finirla di scrivere, domani, a voler dare un senso a questi lunghi trent'anni.

(SANTO)

giovedì 12 settembre 2013

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Scuola Fausto Cecconi - Renzo Pezzani di Roma
Guardando i capannelli di studenti davanti alle scuole, mi è venuto da pensare a come  avessi vissuto io il mio primo giorno di scuola.

Avrò pianto come continuano a fare molti bambini, oppure ho lasciato la mano di mia madre e sono andato tranquillo nella classe?

Sono passati tantissimi anni da quel giorno e la mia memoria non riesce a tirar fuori il ricordo di quel momento, forse a riprova che non fu così traumatico.

Non ho più chi mi potrebbe dare una risposta e non ricordo se avessi mai chiesto a mia madre questo particolare.

E' però vivo nella mia mente il ricordo della maestra d'asilo, la Cocco, e del maestro elementare, il Maestro Gardi.


Sono figure che hanno rappresentato dei punti di riferimento nella mia vita perché mi hanno guidato nella mia crescita.

A quei tempi esisteva il maestro unico e ti seguiva per tutti i cinque anni delle elementari.

Erano gli anni in cui, soprattutto erano le mamme ad accompagnare i figli e forse in questo non è che sia cambiato molto, ma di diverso c'è che allora ci accompagnavano a piedi e solo pochissimi fortunati arrivavano in automobile.

Quelli erano gli anni del boom demografico e non c'era l'immigrazione di oggi, pertanto le scuole erano degli edifici imponenti, che avevano classi composte da 25/30 bambini e non c'era la mescolanza tra maschietti e femminucce, si stava in classi differenti.

La mia scuola era la Fausto Cecconi, un solenne edificio in stile littorio, oggi usato anche in alcune fiction televisive, una per tutte "I Cesaroni".

Di quegli anni ricordo alcuni nomi dei miei compagni di classe, ricordo la foto di gruppo, gli insegnamenti del maestro, le storie che ci raccontava per trasmetterci i valori della famiglia, del lavoro e tutte quelle componenti sane per la crescita di un bambino.

Non mancavano le bacchettate sulla mano e quando è capitato a me, prontamente, interveniva mia madre a riprendere il maestro e a consigliarli di non usare le maniere forti, altrimenti si sarebbe rivolta al "Dirigente Scolastico"

Ricordo il momento della pagella e la soddisfazione di portarla a casa con i bei voti ed avere il piacere della ricompensa, a volte un semplice regalo ma per quei tempi quel semplice regalo era un dono immenso.

Poi la vita ti inghiotte e ti mette davanti a tante prove e sembra che ogni giorno diventi il primo giorno di scuola.

Auguri a tutti quelli che stanno vivendo il loro primo giorno di scuola

(Santo)