10 aprile 2011/10 aprile 2021
Un decennio. Sono tanti, sono pochi dieci anni nell'arco di
una vita?
Dieci anni fa ero in fibrillazione perché ero alla vigilia di un importante appuntamento: festeggiare insieme a tante persone (familiari e amici storici) una tappa importante, vale a dire il cinquantesimo anno d’età.
Ci ritrovammo in tanti in un ristorante in un bel parco e fu un pomeriggio di allegria, di spensieratezza, di grande affetto e amicizia.
Il giorno successivo partii per un viaggio che mi portò in Madagascar nell'isola di Nosy Be, ospite di un meraviglioso resort: Andilana Beach.
Anche per il sessantesimo, avrei voluto essere nella stessa situazione di dieci anni fa, avrei voluto coinvolgere una serie di persone per stare insieme e festeggiare così un’ulteriore tappa nella vita, e partire per un nuovo viaggio.
Ma purtroppo un evento imprevedibile ha sconquassato le
nostre vite, stravolgendo abitudini, programmi, progetti, obiettivi.
Anche se non ho potuto vivere la giornata del compleanno, così
come l’avrei voluta vivere, questo non significa impedire a se stessi di
guardare indietro e ripartendo da quella bellissima giornata di dieci anni fa,
riflettere su quello che è stato questo decennio.
Un decennio che si divide in due parti, entrambe
contraddistinte da cambiamenti importanti.
Nella prima parte ero preso quasi totalmente dal mio lavoro,
dal portare avanti l’agenzia di viaggi di cui ero titolare insieme ad altre
colleghe.
Anni complicati per gli effetti della crisi economica, per l’incremento degli attentati turistici, della concorrenza sempre più
agguerrita da parte del web.
Avvertivo l’esigenza di difendere un’attività che era per me
una fonte di vita e che sentivo aggredita da una serie di minacce.
Nonostante la determinazione che ci mettemmo per cercare di
difendere la nostra attività, alla fine dovemmo cedere a forze più grandi e
così alla fine del 2015, prendemmo la decisione di chiudere l’agenzia.
Per me fu un tracollo psicologico, non riuscivo ad accettare
la resa, e probabilmente mi ero così auto colpevolizzato che la decisione di
chiudere, ebbe delle forti ripercussioni
sul mio morale che andò a picco.
Trascorsi dei mesi in cui avevo perso ogni entusiasmo, non
provavo più interesse per nulla, ero sempre stanco, non dormivo la notte.
Quei periodi in cui ti senti dentro un tunnel e sembra che
la luce si sia spenta per sempre.
E invece la luce non si spegne, hai solo bisogno di trovare
di nuovo dentro di te l’interruttore e azionare le leve giuste per illuminare
di nuovo.
E così pian piano mi rimisi in pista.
Tornai in un’aula scolastica e, anche se con fatica, mi
ritrovai davanti a una classe a cui insegnare il mio mestiere.
Una carissima collega mi accolse nella sua agenzia, mi mise
a disposizione una scrivania per ricevere delle persone e quello mi aiutò a
riprendere il contatto con la mia professione.
Iniziai una collaborazione con una Società del turismo che
stava nascendo in quegli anni e con cui ancora adesso collaboro.
La macchina si era rimessa in moto e questo mi portò a
ritrovare la serenità, la motivazione, la determinazione, la voglia di vivere.
Avevo messo in previsione che avrei voluto festeggiare il
sessantesimo anno concedendomi il lusso di poter invitare familiari e amici su una
delle tante terrazze romane per un aperitivo, guardando dall'alto la città che
amo di più, non solo perché ci sono nato e vissuto, ma perché, anche se non sei
di qui, non puoi non amarla per la sua immensa bellezza.
Le cose sono andate come sono andate.
Situazioni in cui non puoi fare altro che accettarle per quello che sono.
Non ho potuto festeggiare e lo farò quando sarà possibile.
Dieci anni sono passati e sono fiero di me stesso per quello
che hanno rappresentato e per i grandi insegnamenti che ne ho ricevuto.
Ora mi attende un percorso sicuramente più impegnativo.
Le sfide aumenteranno perché è vero che oggi si può essere
giovani fino a tarda età ma sarebbe da folli non mettere in previsione anche
delle situazioni che possono creare delle complicazioni.
Il tempo concesso è inevitabilmente inferiore a quello che
si è già vissuto e quindi ogni ora, ogni minuto futuro assume un valore doppio.
Non ti è più concesso sprecare il tempo e questo non vuol
significare che devi necessariamente riempire il tempo di quei ritmi frenetici
che sono più adatti ad altre stagioni della vita.
Anzi il tempo deve essere più orientato a tutte quelle cose
che diano un significato vero e profondo al vivere, devi volerti più bene, devi
trovare più tempo per stare con te stesso, per sentirti in armonia, per fare in
modo che tutta la saggezza, le esperienze che hai accumulato diventino un bene
prezioso per gli altri che possono far tesoro di questi valori.
Usciremo da questo tunnel in cui tutti siamo piombati.
Alcuni ne usciranno con gravi perdite, altri accuseranno di meno il colpo, però
tutti ne porteremo addosso ricordi, sensazioni, nuove percezioni di vita.
La luce tornerà e speriamo al più presto possibile a
illuminare il buio in tutto il mondo.