domenica 19 aprile 2015

LE NOSTRE PAURE



Prendo spunto dalla copertina e dalla lettura dell'ultimo libro di Roberto Re "Cambiare senza paura", per una riflessione personale, e che penso possa essere di comune interesse.

Premesso che ho avuto modo di conoscere personalmente l'autore del libro e di partecipare ad alcuni incontri e seminari, tenuti dalla HRD, questo libro arriva dopo dieci anni da un altro libro che lessi, sempre di Roberto Re,
"Leader di te stesso", un libro che capitò tra le mie mani (a riprova che spesso le cose della vita, anche quelle più apparentemente banali, capitano per un qualcosa che sfugge a noi, ma che esiste)in uno dei momenti più drammatici e delicati che ogni uomo possa vivere nella sua vita, perché non esiste dolore più forte e sconvolgimento personale della morte della propria madre, quella persona straordinaria che ci ha messo al mondo, ci ha accudito, ci ha accompagnato e ci continua ad accompagnare sempre.
Sono drammi personali che ognuno vive, rapportandoli anche alla situazione in cui si trova a vivere quello specifico momento della vita, però è uno di quei passaggi che ti segnano, passaggi dai quali si può uscire distrutti, o prenderli come punto da cui ripartire.
Per me che avevo vissuto gran parte della mia vita con lei, fu un momento in cui la vita mi chiese conto di tutte le scelte fatte e soprattutto delle scelte non fatte fino a quel momento, e dal ragionamento sulle scelte nacque quel desiderio di rafforzare le mie positività e andare a lavorare su tutte le debolezze che quel passaggio mi stava rivoltando contro.

Il libro fu un valido aiuto per lavorare su me stesso e dalla lettura e dallo studio di quel manuale, ne derivò poi l'interesse, il desiderio, di partecipare ai corsi e agli eventi organizzati e spesso presenziati da Roberto Re,  con lo scopo di raggiungere degli obiettivi che potessero farmi migliorare ed evolvere sia spiritualmente che materialmente.
Un lavoro duro che ha comportato un forte impegno, soprattutto dal punto di vista emozionale, andando a lavorare su quella che viene chiamata "zona di comfort" la zona delle nostre abitudini, dei nostri limiti, quella zona dove spesso preferiamo rimanerci dentro perché pur se ci dà dolore ci fa, comunque, sentire sicuri nella nostra zona, privandoci di poter conquistare cose che potrebbero migliorarci e farci vivere una vita più piena, più appagante.

Nel corso di questo viaggio personale non nego di avere avuto momenti di grande sconforto eppure ho mantenuto sempre davanti a me l'immagine di un faro che mi guidasse e illuminasse il percorso che andavo facendo.

Passano gli anni, si realizzano dei desideri, si superano prove che mai avresti pensato di poter superare, si vincono e si perdono battaglie, ma spesso la vita pone delle sfide che vanno oltre la capacità di saper gestire gli accadimenti, quando questi accadimenti sfuggono al proprio controllo e nel tentativo di gestirli si prova un senso di frustrazione, un sentimento rischioso perché rimette in gioco tutto quello che avevi fatto.
E allora ci si ritrova di nuovo a stilare una sorta di bilancio, cosa ho fatto, cosa non ho fatto, perché è andata così, cosa avrei potuto fare di diverso.....tutte domande che restano depositate dentro di noi in attesa di una risposta, risposta che a volte arriva e a volte preferiamo non darla, continuando a vivere nell'attesa di un qualcosa che forse arriverà.

Tutto questo discorso che attinenza ha con il titolo del libro e perché oggi questo libro mi sta facendo di nuovo riflettere?

La risposta è contenuta in quella parola che già pronunciarla ti mette un groppo in gola, quella paura che in più occasioni, nel corso della propria vita, ci ha bloccato, ci ha fatto rimandare una decisione, ci ha illuso che le cose si potessero sistemare da soli.
La paura è spesso subdola perché non deve essere per forza quella grande paura che si prova quando veniamo toccati nel profondo, la paura della morte, della malattia, della vecchiaia, paure grandi e difficili da gestire. 
La paura è spesso quella paura senza senso, senza una reale giustificazione, eppure quel tipo di paura è a volte la più pericolosa, perché le paure grandi le affronti, in quanto ritieni importante la vita, le paure più subdole le lasci lì, depositate dentro di te, per poi andare avanti, guardarti indietro e scoprire che quasi sicuramente per quel tipo di paure, subdole ma insidiose e perfide, hai perso delle grandi occasioni, ti sei tarpato le ali, e oggi paghi lo scotto e cerchi di rimettere ordine nella vita che, nel frattempo, è andata avanti: il tempo non lo puoi fermare, lui continuerà il suo percorso, indipendentemente dalle tue decisioni.