lunedì 25 giugno 2012

Quando una persona cara ti lascia.



In questi stessi giorni del 2006, mentre l'Italia stava festeggiando il trionfo ai Mondiali di Germania, e le strade si riempivano di gente in delirio, io stavo perdendo la persona che per ognuno di noi rimarrà sempre la persona più insostituibile, indipendentemente da quale possa essere stato il rapporto che avete avuto con lei nella vita terrena.

Il mio personale e primo incontro con la Morte lo avevo avuto giovanissimo.

A ventuno anni quando sei all'inizio del viaggio nella vita e sei così pieno di speranze, di sogni, la "Signora in nero" entrò nella mia casa e si portò via mio padre a soli 58 anni.

Per me, allora,  era "grande", ed oggi che io ho 51 anni mi rendo conto di quanto fosse ancora un "piccolo uomo".

Fino a quel momento la Morte mi aveva sfiorato nel senso che se ne erano andati i nonni, ma i genitori cercavano sempre di preservare i figli da situazioni di dolore e quindi non ebbi modo di partecipare a tutti i riti che ruotano intorno al momento del distacco e del successivo funerale.

Con mio padre feci la diretta conoscenza di cosa significhi la Morte: l'irrigidimento del corpo, quella sensazione tattile di freddezza che ti porterai dentro per tutta la vita.

Fu cosi forte quel momento che ancora oggi posso rivedere me stesso in quegli istanti, risentire quel dolore che ti porta ad urlare, quella non accettazione della realtà che ti fa sbattere pugni e ginocchia su di un muro, quell'odiare tutte le persone che cercano di consolarti, che ti vogliono allontanare e tu invece vorresti rimanere lì a parlare con quel corpo inanimato, nell'illusione che è stato tutto uno scherzo.

Poi arrivano loro, gli "uomini in nero", quelli che sembrano così insensibili al dolore, con i loro attrezzi e quel maledetto rumore del cacciavite elettrico che chiude definitivamente ogni speranza di aver assistito ad una farsa, ad una commedia.

Nei successivi anni mi sono ritrovato a piangere per la scomparsa di altre persone ma ho sempre sperato di rimandare nel tempo il dover piangere per lei, la persona insostituibile, quella che ci ha dato la vita, bella o brutta che sia, quella che ci ha allattato da piccoli, quella che ci ha accudito, quella che ci ha protetto come cuccioli indifesi, quella che ha gioito per le nostre vittorie, quella che ha sofferto per noi, quella che non ci dimenticherà mai, così come noi, mai, la dovremo dimenticare.

Il rapporto con la sofferenza del distacco è stata questa volta vissuta da un uomo maturo il quale nel salutare per l'ultima volta la persona con la quale aveva convissuto per un lungo periodo della vita, si è scoperto nella sua fragilità, nella sua debolezza, eppure ha saputo trarre da un'esperienza così forte e traumatica tutta la forza ed il coraggio che erano la seconda pelle di quella donna straordinaria per la sua tenacia, e ha portato dentro di sé quella forza e quel coraggio, quasi a voler dare una continuità ad una storia.

Ed oggi, per le misteriose coincidenze che la vita, spesso, ci riserva, trovo dentro di me quella forza e quel coraggio che si deve avere quando decidi di porre fine ad una storia, ad un incontro, al quale hai dato tutto te stesso e poi come se fosse arrivato all'improvviso un violento colpo di vento, in un attimo tutto diventa un ricordo, un rimpianto, una nostalgia, un rammarico.

Quando una persona cara ti lascia......


giovedì 21 giugno 2012

ESSERE NEL PRESENTE




Nel flusso continuo della vita, a  volte si ha la sensazione che le giornate si susseguano una all'altra in attesa di un giorno speciale

Ognuno di noi ha nel suo bagaglio personale una serie di giornate speciali, ma ce ne sono alcune che ti lasciano un segno particolare, forse perché arrivano proprio nel momento in cui  stavi cercando delle risposte.

Ieri su invito di un mio carissimo amico con cui condividiamo esperienze di vita dal primo giorno delle scuole superiori, e quindi parliamo di ben 35 anni fa, ho avuto modo di partecipare ad un incontro con Marina Borruso.


A questi incontri ti ci può portare solo un vero amico, quello che ti conosce in profondità e sa che nell'invitarti ad un simile evento ti sta dando la possibilità di avere un regalo importante.

Pur essendo in un periodo in cui sarebbe più opportuna la presenza in ufficio, e nonostante le temperature tropicali, ho deciso senza pensarci su minimamente che non potevo farmi sfuggire questa opportunità.

Ci siamo ritrovati in una sala in circa 40 persone e lei li che ci scrutava con i suoi occhi, con il suo sguardo.

Inizialmente mi sono accostato all'incontro con la "mente" e mentre ascoltavo le parole di Marina Borruso, ero lì con un sottile scetticismo, ponderavo quello che ascoltavo.

Passando i minuti e guidati da lei abbiamo cominciato ad entrare e uscire nel nostro respiro, a focalizzarci sul presente e pian piano è subentrato in me una sorta di rilassamento che mi ha portato a percepire in maniera diversa quello che stavo ascoltando: la mia attenzione non era più filtrata dal giudizio, io ero lì in quel preciso istante.

Finito l'incontro ho trascorso ancora del tempo con l'amico storico e ci siamo andati a mangiare una pizza insieme in un angolo di Roma straordinario, riflettendo insieme su quanto ci stavamo portando dentro da quella esperienza da poco vissuta.

Sono tornato a casa, il tempo di addormentarmi e mi sono risvegliato la mattina dopo, senza alcuna interruzione notturna, e oggi mi sentivo dentro un'energia spirituale.

Fin qui il resoconto della giornata ma è arrivato il momento di spiegare a chi non la conoscesse chi è Marina Borruso e perché questo incontro sia arrivato, nel mio caso, al momento giusto.

Direttamente dal suo libro: "Marina è una maestra internazionalmente riconosciuta che ha illuminato la vita di moltissimi esseri durante i suoi trent'anni d'insegnamento.

Se siete curiosi di saperne di più potete andare sul suo sito www.marinaborruso.net o sulla sua fan page di facebook, ma ascoltarla dal vivo ha un impatto completamente diverso e profondo.

Per quanto mi riguarda ho vissuto ultimamente un periodo, neanche tanto breve, in cui, uscendo da una fase difficile, di quelle in cui sembra che tutto ti stia crollando addosso, avevo cercato delle risposte che mi aiutassero a rivoluzionare la mia vita, le abitudini,. l'atteggiamento, il tutto focalizzato al raggiungimento di obiettivi, risultati.

Ho partecipato a dei corsi, ho investito soldi, ho letto tantissimi libri di crescita personale, ho fatto anche prove come "la camminata sul fuoco", però ad un certo punto ho cominciato a rendermi conto che mi stavo proiettando troppo nel futuro, in attesa del tempo che verrà e misurando ogni azione, ogni pensiero in funzione di questo.

Da quel momento ho cominciato di nuovo a fare quel percorso, quel viaggio dentro di me che avevo già fatto, ma questa volta con una consapevolezza diversa e con il desiderio di tornare a vivere la mia vita, così, giorno per giorno, accettando tutto quello che essa mi può dare nel bene e nel male.

Ecco perché l'incontro con Marina Borruso ed il suo libro "Essere nel presente" arrivano al momento giusto.

venerdì 15 giugno 2012

DA TE MI ASPETTO CHE....

In un mio precedente articolo feci una riflessione su quella frase che ci capita di dover ogni tanto pronunciare: "tu mi hai deluso" e di quanto carico emozionale ci possa essere in questa affermazione.

Riflettevo pure sul fatto che andando avanti nella vita, si riesce anche a crearsi una sorta di maschera che ci protegge dalle inevitabili delusioni che si possono incontrare, preservandoci dallo sconforto.

Questo però non significa che dotandosi di questa maschera si diventi insensibile.

Se una persona è, comunque, cresciuta dentro con certi valori, se una persona crede che, oggi, in un mondo sempre più virtuale ci sia ancora lo spazio per il sentimento, per l'affetto, per la riconoscenza, per la gratitudine, è inevitabile che si possa provare un senso di smarrimento.

Lo smarrimento, inevitabilmente, è più intenso se a deluderti è quella persona su cui hai investito, quella persona a cui hai concesso il tuo spazio, il tuo tempo, la tua allegria.

Hai caricato così tanto di aspettative quella persona che non ce la fai a pensare che è bastato un attimo e tutto un mondo di certezze è venuto giù, come se improvvisamente una inaspettata scossa di terremoto avesse fatto crollare quella casa che pensavi poggiasse su fondamenta solide.

E allora sei lì con le tue domande, con i tuoi dubbi e ti chiedi dove hai sbagliato e se hai sbagliato, cerchi una risposta, la cerchi mentre sei sdraiato a letto e non prendi sonno, mentre stai lavorando e ti distrai, mentre un qualcosa, un oggetto, una canzone ti fa ricordare un momento e ti chiedi: "possibile che fosse tutto falso?"

Provi a scrivere qualcosa, chiami un amico, ti confidi con la persona più cara e anche loro sembrava che non aspettassero altro per parlarti delle loro delusioni, come se il mondo andasse sempre più verso una totale incomprensione.

Allora cosa puoi fare? ostinarti nel pensare che le cose possano cambiare? ma quanto sei disposto ancora a lottare per una causa per la quale non provi più un minimo di entusiasmo?

E allora, come quando cade un vaso di cristallo e i vetri riempiono il pavimento, sei lì che cerchi di raccogliere i frammenti, facendo attenzione a non farti male e mentre guardi tutti quei pezzi sparpagliati, il tuo pensiero va a quando non erano frammenti, ormai inutili, ma erano un'unica cosa, quella cosa che ormai si è frantumata e non potrà mai più essere come era prima.


Santo