domenica 24 maggio 2015

ANDARE SEMPRE DI CORSA

cure naturali.it
E' ormai assodata la relazione tra corpo e mente, a conferma del detto "mens sana in corpore sano".

Pur essendo consapevoli di questo rapporto e delle conseguenze che può avere su di noi gli effetti di uno squilibrio tra queste nostre due parti, spesso tendiamo a spingerci oltre quanto dovremmo, o veniamo sommersi dalle incombenze e dalle molteplici attività, finché arriva un momento in cui la mente, il corpo, pur avendoci inviato dei segnali premonitori, reagiscono alla nostra mancanza di consapevolezza.

Ed ecco allora insorgere piccoli incidenti di percorso che se non presi in tempo possono diventare ancora più pericolosi e incisivi.

Ci si alza una mattina. gira vorticosamente la testa, duole lo stomaco, la pressione è impazzita e si provano sensazioni che non essendo state mai provate, ci mettono in uno stato di allerta.

Si fa fronte all'emergenza e si cerca di ristabilire la situazione ottimale e di trarne un insegnamento nel capire che forse non è così indispensabile andare sempre di corsa e di voler per forza portare a termine tutto quello che c'è da fare.

La vita è un bene prezioso e si deve averne cura perché altrimenti si pagano conseguenze ben più gravi.

messaggero.it
Vivere in città frenetiche, caotiche e spesso mal organizzate come può essere una città come Roma, straordinaria per la sua "Grande Bellezza", ma purtroppo una città difficile da vivere nel quotidiano, non rende di certo facile il rispetto di un sano stile di vita: traffico, rumori, attese alle fermate del bus, metropolitana insufficiente e che spesso è guasta, un nervosismo di fondo che si percepisce tra la gente che si incontra, mancanza di comunicazione, perché quasi tutti persi nei nostri cellulari ultima generazione.

E poi questa tecnologia che avrebbe dovuto migliorare le nostre vite a me dà la sensazione che non sempre il bilancio sia così positivo: siamo sommersi da mole di posta elettronica e non riusciamo neanche più a filtrare quelle mail che sono importanti; siamo connessi continuamente sui social network che ci succhiano tempo da poter utilizzare per situazioni sicuramente più interessanti e gratificanti.

Dobbiamo studiare strategie per evitare le telefonate di chi ci assilla in qualsiasi ora del giorno, e in particolare in quelle che dovrebbero essere per noi le ore di svago e relax, per proporci sempre le solite cose che promettono grandi risparmi, miglioramenti e spesso ci fanno ritrovare in situazioni in cui per uscirne ci giochiamo altro tempo ed energie.

Il lavoro può essere un lavoro bellissimo come nel caso mio ma spesso ti sottopone ad un impegno, ad una resistenza, che in particolari giornate o periodi, mette a dura prova la capacità di restare calmi e tranquilli.

Se in tutto questo ci si mette pure l'impossibilità o la difficoltà nel pianificare le giornate e riuscire a darsi delle priorità, tutto va a complicarsi perché poi anche il piccolo inconveniente rischia di trasformarsi in un problema difficile da gestire.

Cerchi di distrarti leggendo un libro, ascoltando musica, scrivendo qualcosa ma finché la mente è carica, finché il corpo è squilibrato, si ha difficoltà a trovare piacere anche in queste cose che in altri momenti,  in altri periodi sono stati la migliore valvola di sfogo e di compensazione.

E la domanda è li che chiede una risposta.

"Ha un senso tutto questo?

« Tutto è ormai una corsa. Si vive senza più fare attenzione alla vita. Si dorme e non si fa caso a quel che si sogna. Si guarda solo la sveglia. Siamo interessati solo al tempo che passa, a farlo passare, rimandando al poi quel che si vorrebbe davvero. Sul "poi", non sull’"ora", si concentra l’attenzione. Nelle città in particolare la vita passa senza un solo momento di riflessione, senza un solo momento di quiete che bilanci la continua corsa al fare. Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi. Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle. » ─ ‪#‎TizianoTerzani‬, Un altro giro di giostra (2004)

domenica 10 maggio 2015

BINARIO 24





Binario 24 Stazione Termini


Tanti, tanti anni, sono passati da quelle mattine in cui tornando verso casa, avremmo potuto prendere l'autobus dalla Stazione Termini, quell'autobus che allora si chiamava C1 e non era dell'Atac ma della Stefer, ed invece io ti chiedevo di andare a prendere il "tranvetto",


così lo chiamavamo noi e tutti noi lo ricordiamo in questo modo, che altro non era che un particolare  tipo di tram, con tre vetture, che collegava le Ferrovie Laziali con Piazza dei Mirti, dove adesso c'è la moderna stazione della nuova Metro C.

E, Tu,  anche se già avevi dato parecchio alla giornata ed avevi ancora tanti compiti da assolvere, mi concedevi questo "piccolo lusso" e, anziché percorrere quei 500 metri esternamente, lo facevamo all'interno della Stazione, camminando sul binario 24.

Mi davi questa vinta, perché sapevi quanto mi  piacesse, entrare nell'atmosfera della Stazione Ferroviaria, guardare i treni in partenza e in arrivo, sentire la "voce misteriosa" che avvisava i passeggeri.
Forse era anche un modo per compensare il mio desiderio di avere un plastico con tutti i treni in miniatura, perché non c'erano disponibilità economiche e spazi sufficienti per potermi soddisfare in questo.

Casualmente mi sono ritrovato, in uno di questi ultimi giorni, a ripercorrere quel binario.
Erano le sei del pomeriggio, c'era una calma surreale, i binari erano vuoti, non c'erano le moderne Frecce a segnalare il passaggio del tempo e così è stato come fare un salto indietro di tanti anni.

Mi sono rivisto lì. con la mano nella tua mano, ho ripensato alle domeniche pomeriggio, quando da questo binario, io, piccolino, partivo con te e con Papà, per la gita a Frascati o al Lago di Castelgandolfo e, allora,  mi sembrava di andare chissà dove, tanta era la gioia di poter prendere il treno, di poter guardare il panorama.
Ho ripensato alle partenze estive quando si prendeva il treno per andare a trovare i nostri parenti in Sicilia, quelle partenze che venivano pianificate nei minimi dettagli per rendere il più confortevole possibile quel lungo viaggio in treno di notte.
E da questo binario ho preso, pure, tante volte il treno che mi ha portato all'Aeroporto, da dove, in aereo, ho poi raggiunto gran parte di quelle mete che sognavo da bambino, quando ho potuto  realizzare il desiderio di fare il lavoro per il quale avevo studiato e per il quale tu e Papà avevate fatto grandi sacrifici per permettermi questo.

Oggi è la Festa della Mamma, sarebbe bello poter ripercorrere insieme quel binario e oggi sarei io a doverti tenere per mano, ma, purtroppo, la vita ha le sue scadenze e la tua di scadenza c'è stata.

Di questo puoi star però sicura: ogni volta che percorrerò quel binario 24, sentirò sempre la tua mano.

Grazie.


Da Santo ad una Mamma Speciale come sono speciali tutte le Mamme del Mondo