domenica 10 maggio 2015

BINARIO 24





Binario 24 Stazione Termini


Tanti, tanti anni, sono passati da quelle mattine in cui tornando verso casa, avremmo potuto prendere l'autobus dalla Stazione Termini, quell'autobus che allora si chiamava C1 e non era dell'Atac ma della Stefer, ed invece io ti chiedevo di andare a prendere il "tranvetto",


così lo chiamavamo noi e tutti noi lo ricordiamo in questo modo, che altro non era che un particolare  tipo di tram, con tre vetture, che collegava le Ferrovie Laziali con Piazza dei Mirti, dove adesso c'è la moderna stazione della nuova Metro C.

E, Tu,  anche se già avevi dato parecchio alla giornata ed avevi ancora tanti compiti da assolvere, mi concedevi questo "piccolo lusso" e, anziché percorrere quei 500 metri esternamente, lo facevamo all'interno della Stazione, camminando sul binario 24.

Mi davi questa vinta, perché sapevi quanto mi  piacesse, entrare nell'atmosfera della Stazione Ferroviaria, guardare i treni in partenza e in arrivo, sentire la "voce misteriosa" che avvisava i passeggeri.
Forse era anche un modo per compensare il mio desiderio di avere un plastico con tutti i treni in miniatura, perché non c'erano disponibilità economiche e spazi sufficienti per potermi soddisfare in questo.

Casualmente mi sono ritrovato, in uno di questi ultimi giorni, a ripercorrere quel binario.
Erano le sei del pomeriggio, c'era una calma surreale, i binari erano vuoti, non c'erano le moderne Frecce a segnalare il passaggio del tempo e così è stato come fare un salto indietro di tanti anni.

Mi sono rivisto lì. con la mano nella tua mano, ho ripensato alle domeniche pomeriggio, quando da questo binario, io, piccolino, partivo con te e con Papà, per la gita a Frascati o al Lago di Castelgandolfo e, allora,  mi sembrava di andare chissà dove, tanta era la gioia di poter prendere il treno, di poter guardare il panorama.
Ho ripensato alle partenze estive quando si prendeva il treno per andare a trovare i nostri parenti in Sicilia, quelle partenze che venivano pianificate nei minimi dettagli per rendere il più confortevole possibile quel lungo viaggio in treno di notte.
E da questo binario ho preso, pure, tante volte il treno che mi ha portato all'Aeroporto, da dove, in aereo, ho poi raggiunto gran parte di quelle mete che sognavo da bambino, quando ho potuto  realizzare il desiderio di fare il lavoro per il quale avevo studiato e per il quale tu e Papà avevate fatto grandi sacrifici per permettermi questo.

Oggi è la Festa della Mamma, sarebbe bello poter ripercorrere insieme quel binario e oggi sarei io a doverti tenere per mano, ma, purtroppo, la vita ha le sue scadenze e la tua di scadenza c'è stata.

Di questo puoi star però sicura: ogni volta che percorrerò quel binario 24, sentirò sempre la tua mano.

Grazie.


Da Santo ad una Mamma Speciale come sono speciali tutte le Mamme del Mondo

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