mercoledì 31 ottobre 2012

RICORDARE PER NON DIMENTICARE

Ho fatto un giro su facebook e mi è sembrato di andare ad un supermercato stracolmo di zucche colorate, o di percorrere le vie di un fantasioso carnevale con streghette di ogni età.

A me francamente di tutto questo importa ben poco e questi sono i giorni in cui il mio pensiero va, soprattutto, a chi oggi non c'è più.

Non voglio essere retorico ma credo che sia doveroso ridare alle ricorrenze il giusto spessore.

Domani per chi è credente è una festa molto importante in cui si ricordano le migliaia di Santi di cui è piena la nostra religione e il 2 novembre è la giornata da dedicare alla "commemorazione dei defunti"

Sono le giornate in cui i cimiteri si trasformano in ingorghi di auto, come se fossimo nel periodo dell'esodo estivo e mi chiedo di quelle persone quante siano quelle che si ricordano dei loro cari solo in questa occasione, cercando così di mettersi a posto con le proprie coscienze.

Non certo per mia scelta ma poiché la vita mi ha tolto un padre all'età di 22 anni e quindi trent'anni fa, ho una certa confidenza con questi luoghi e sia quando c'era in vita mia madre e sia adesso ho continuato ad andarci con una certa frequenza perché so quanto lei ci teneva che le tombe fossero sempre pulite e ricolme di fiori.

Frequentando questo luogo per un così lungo tempo si acquisisce una certa familiarità ed anche le persone sepolte vicino alla persona cara diventano volti familiari e si creano anche storie immaginarie nell'osservare i loro visi, le date di nascita e di morte.

Ci si commuove davanti a un bambino, ad un giovane e si scherza al contrario quando si legge che uno è magari morto a 90 anni e il primo pensiero è "ci potessi arrivare pure io!".

Essere lì ti mette di fronte a qualcosa che tutti vorremo evitare, a cui tutti vorremmo non pensare.

Ma come possiamo evitare di pensare a qualcosa che è già scritto nel momento in cui abbiamo emesso il primo vagito e abbiamo detto buongiorno alla vita?

E pensarci ci può portare a trovare la risposta?

C'è chi la trova nella Fede, chi nella spiritualità e sa che la sua anima continuerà a vivere, c'è chi la vede come la fine della sofferenza in terra, c'è chi non ne ha assolutamente rispetto, tante potrebbero essere le risposte e poi c'è sempre il grande quesito, che anche se hai dato un tuo significato alla parola, non potrai mai sapere quando il significato che gli hai attribuito sarà tuo.

E forse il miglior modo di pensare o di non pensarci è proprio quello di vivere la vita attimo dopo attimo, cercando di dare alla vita il meglio che ognuno di noi può dare e di prendere il meglio che la vita ci può dare, con gratitudine e gioia, non rimandando a data da destinare quel gesto che oggi potrebbe avere un significato diverso, regalando oggi quel sorriso che qualcuno sta aspettando proprio da te.

Ritroviamo nella frenesia dei nostri giorni, nel chiacchiericcio della nostra mente, un momento di riflessione per ricordare chi se ne è andato,  e ha lasciato la nostra mente piena di ricordi, di nostalgie, di rimpianti per le cose non dette e non fatte.

(Santo)

domenica 21 ottobre 2012

SE QUESTI SONO GLI UOMINI


Nel passato i primati che venivano attribuiti al nostro paese e ci facevano invidiare in tutto il mondo erano primati che avevano come oggetto la buona cucina, l'arte, il made in italy, il nostro paesaggio ambientale e tutte quelle cose che sanno di buon gusto, di gioia di vivere.

Negli ultimi tempi stiamo, al contrario, assistendo ad una continua degenerazione di questo nostro patrimonio e non c'è giornata che le notizie non riportino episodi che sono alquanto inquietanti.

Non si fa in tempo ad inorridire per un episodio assurdo che già ne arriva un altro e sembra quasi una gara a quale sia l'episodio più cruento, più feroce.

Venerdì un ragazzo di solo 22 anni accoltella con una furia spaventosa due sorelle, di cui una colpevole di averlo lasciato e l'altra, Carmela, uccisa per aver difeso la sorella in quel gesto che ognuno avrebbe, probabilmente, fatto.

Questa mattina apro le pagine del "Messaggero" di Roma e leggo di un camionista di 48 anni che si era fermato, credendo di dover prestare aiuto a dei giovani in difficoltà, non potendo mai immaginare di aver incontrato lungo il suo percorso delle "belve", dei folli: un gruppetto di sei giovanissimi, di cui tre minorenni, di età compresa tra i 15 e i 17 anni che lo hanno ridotto in fin di vita, colpendolo con spranghe, mazze di legno, pestandolo di calci e botte, riducendolo in fin di vita.

100 donne uccise nel 2012: questo è il nostro primato e se questi stanno diventando i nostri record nel mondo, io mi sento veramente inorridito da questa contabilità di morte, di violenza.

Sto cercando di capire come possa un giovane arrivare ad avere dentro di sé un così forte bagaglio di violenza, un bagaglio spropositato in confronto all'età: persone che sono appena uscite dall'infanzia e sono entrate nell'adolescenza ma non hanno ancora vissuto una vera vita, e come si può pensare che queste persone vadano incontro alla vita, a quella vera, con questa violenza dentro?

Come potranno mai gestire una seppur minima difficoltà, un rifiuto, un rimprovero, un'esortazione?

Il giornalista Riccardo Iacona, volto noto della televisione, quella intelligente, ha scritto un libro "Se questi sono gli uomini" e ha fatto un'inchiesta su questa degenerazione, chiamata "femminicidio" e la cosa spaventosa è che la violenza sulle donne non viene esercitata solo da una tipologia di uomo, solo in determinate situazioni di vita o in particolari zone dell'Italia, e' un fenomeno che si estende a macchia di leopardo e chissà quante altre donne che non arrivano alla ribalta della cronaca sono maltrattate, sono aggredite, sono violentate moralmente e non hanno il coraggio di denunciare i loro aguzzini, spesso non sentendosi protette da quella società civile che dovrebbe attuare tutte le misure necessarie per salvaguardare le donne, specialmente quelle indifese.

Da uomo posso dire che questo genere di uomo che non ha rispetto della donna non è un uomo, è solo un essere miserabile, un essere probabilmente malato dentro.

E' vero che ci sono tanti uomini malati ma ci sono anche migliaia di uomini che amano le donne, le rispettano, le ammirano, le cercano per colmare le rispettive fragilità e vorrei tanto che le donne non incontrassero mai più sulla loro strada quegli uomini che non meritano assolutamente di essere tra noi uomini.

(Santo)

venerdì 5 ottobre 2012

AMA LE TUE PASSIONI COME TE STESSO

L'anno scorso, complice il computer che mi fu regalato dagli amici e dalle amiche, iniziai a cimentarmi nell'hobby del blog, andando a far leva su una delle mie principali passioni che è lo scrivere, una passione che mi accompagna sin da quando ero un bambino.

All'inizio feci un po' di fatica perché non essendo io un "tecnologico" ed avendo sino ad allora riempito pagine di quaderni e di diari, il dovermi cimentare con nuovi sistemi di comunicazione mi creava qualche domanda sul fatto se ci fossi riuscito senza dovermi appoggiare a nessuno.

Ho iniziato a scaricare istruzioni, libri in formato ebook, ho comprato delle guide e pian piano ho superato il fossato tra me e la "modernità"

Non soddisfatto di aver creato il blog che sognavo da tempo di fare e che parlasse di me e della mia professione, L'AGENTE DI VIAGGI,,ho preso l'iniziativa di inoltrarmi in argomenti più delicati e che hanno un riflesso più personale ed intimo ed è nato così anche questo blog.

Come spesso succede, all'inizio di un percorso ci si pone delle domande e a volte queste domande si trasformano in paure, in alibi per non farci partire e continuiamo a rimandare a giorni migliori, rischiando che  sarà un continuo rimandare, ma se si ha la forza di muovere il primo passo e godersi il viaggio, quel primo passo diventerà un ulteriore passo e arriverà un momento in cui questi passi ti danno una grande energia, ti danno motivazione, allentano la stanchezza e non senti più fatica.

E' come essere avvolti da un'ondata di entusiasmo, aspetti con trepidazione il momento in cui ti puoi dedicare alla tua passione, senti che è li che ti aspetta, così come si aspettano due persone che si amano.

Nel caso mio, mi sono ritrovato a scrivere molti articoli, a condividerli e pian piano il numero di chi mi segue è cresciuto ed oggi sento di avere un mio piccolo "pubblico"  Ricevo spesso commenti positivi e complimenti per quello che scrivo in entrambi i due blog.

Vi confesso che pur essendo una persona abbastanza discreta e che non ha bisogno di stare sotto i riflettori, questo affetto nei miei confronti è salutare per la mia autostima.

A volte la vita ti toglie cose che non avresti mai voluto che ti togliesse, ma, purtroppo, spesso, la vita segue un percorso diverso e la capacità sta nel riuscire ad accettare qualsiasi percorso essa ti dia, però penso che la vita non potrà mai toglierti una passione.

Quella passione è dentro di te, forse già dalla nascita, è nel tuo dna, nei tuoi geni e poi non fa che espandersi, che cercare sempre più spazio dove potersi elevare.  Molte volte senza accorgercene tendiamo a reprimerla per dare credito a chi ci dice che quella passione non è per noi, e gli altri che ne sanno di quello che ognuno ha dentro di sé?

Se riuscirai a scoprire quale è la tua passione o le tue passioni, a farle tue compagne di viaggio, a dare a queste passioni tutto te stesso, non ci saranno più ostacoli che ti potranno fermare e potresti arrivare in luoghi che mai avresti pensato di poter scoprire.  

Quel sogno che ti accompagnava già bambino può diventare una realtà e se anche non raggiungessi la meta che ti eri prefisso, avrai comunque percorso un bel viaggio, perché dentro il viaggio c'era la tua anima più profonda.

Ero un bambino e già amavo leggere libri per i ragazzi e quei libri sono stati così preziosi per me da conservarli ancora, libri che mi sono stati regalati, in occasioni particolari, o comprati, da chi non c'è più, anche con grande sacrificio.

Erano libri che parlavano di viaggi, di esplorazioni immaginarie ma erano anche romanzi in cui i racconti avevano come tema l'amicizia, l'amore, il rispetto, la famiglia, valori inossidabili.  

Se io ho potuto fare il lavoro che tuttora faccio, sempre con grande passione, se io non mi stanco mai di scrivere o di raccontare, torno con il ricordo a quei libri, e sono felice dei tanti passi che ho percorso da quei lontani giorni in cui tenevo tra le mani quei libri.

Ama le tue passioni come te stesso

Santo