domenica 21 ottobre 2012

SE QUESTI SONO GLI UOMINI


Nel passato i primati che venivano attribuiti al nostro paese e ci facevano invidiare in tutto il mondo erano primati che avevano come oggetto la buona cucina, l'arte, il made in italy, il nostro paesaggio ambientale e tutte quelle cose che sanno di buon gusto, di gioia di vivere.

Negli ultimi tempi stiamo, al contrario, assistendo ad una continua degenerazione di questo nostro patrimonio e non c'è giornata che le notizie non riportino episodi che sono alquanto inquietanti.

Non si fa in tempo ad inorridire per un episodio assurdo che già ne arriva un altro e sembra quasi una gara a quale sia l'episodio più cruento, più feroce.

Venerdì un ragazzo di solo 22 anni accoltella con una furia spaventosa due sorelle, di cui una colpevole di averlo lasciato e l'altra, Carmela, uccisa per aver difeso la sorella in quel gesto che ognuno avrebbe, probabilmente, fatto.

Questa mattina apro le pagine del "Messaggero" di Roma e leggo di un camionista di 48 anni che si era fermato, credendo di dover prestare aiuto a dei giovani in difficoltà, non potendo mai immaginare di aver incontrato lungo il suo percorso delle "belve", dei folli: un gruppetto di sei giovanissimi, di cui tre minorenni, di età compresa tra i 15 e i 17 anni che lo hanno ridotto in fin di vita, colpendolo con spranghe, mazze di legno, pestandolo di calci e botte, riducendolo in fin di vita.

100 donne uccise nel 2012: questo è il nostro primato e se questi stanno diventando i nostri record nel mondo, io mi sento veramente inorridito da questa contabilità di morte, di violenza.

Sto cercando di capire come possa un giovane arrivare ad avere dentro di sé un così forte bagaglio di violenza, un bagaglio spropositato in confronto all'età: persone che sono appena uscite dall'infanzia e sono entrate nell'adolescenza ma non hanno ancora vissuto una vera vita, e come si può pensare che queste persone vadano incontro alla vita, a quella vera, con questa violenza dentro?

Come potranno mai gestire una seppur minima difficoltà, un rifiuto, un rimprovero, un'esortazione?

Il giornalista Riccardo Iacona, volto noto della televisione, quella intelligente, ha scritto un libro "Se questi sono gli uomini" e ha fatto un'inchiesta su questa degenerazione, chiamata "femminicidio" e la cosa spaventosa è che la violenza sulle donne non viene esercitata solo da una tipologia di uomo, solo in determinate situazioni di vita o in particolari zone dell'Italia, e' un fenomeno che si estende a macchia di leopardo e chissà quante altre donne che non arrivano alla ribalta della cronaca sono maltrattate, sono aggredite, sono violentate moralmente e non hanno il coraggio di denunciare i loro aguzzini, spesso non sentendosi protette da quella società civile che dovrebbe attuare tutte le misure necessarie per salvaguardare le donne, specialmente quelle indifese.

Da uomo posso dire che questo genere di uomo che non ha rispetto della donna non è un uomo, è solo un essere miserabile, un essere probabilmente malato dentro.

E' vero che ci sono tanti uomini malati ma ci sono anche migliaia di uomini che amano le donne, le rispettano, le ammirano, le cercano per colmare le rispettive fragilità e vorrei tanto che le donne non incontrassero mai più sulla loro strada quegli uomini che non meritano assolutamente di essere tra noi uomini.

(Santo)

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