venerdì 15 giugno 2012

DA TE MI ASPETTO CHE....

In un mio precedente articolo feci una riflessione su quella frase che ci capita di dover ogni tanto pronunciare: "tu mi hai deluso" e di quanto carico emozionale ci possa essere in questa affermazione.

Riflettevo pure sul fatto che andando avanti nella vita, si riesce anche a crearsi una sorta di maschera che ci protegge dalle inevitabili delusioni che si possono incontrare, preservandoci dallo sconforto.

Questo però non significa che dotandosi di questa maschera si diventi insensibile.

Se una persona è, comunque, cresciuta dentro con certi valori, se una persona crede che, oggi, in un mondo sempre più virtuale ci sia ancora lo spazio per il sentimento, per l'affetto, per la riconoscenza, per la gratitudine, è inevitabile che si possa provare un senso di smarrimento.

Lo smarrimento, inevitabilmente, è più intenso se a deluderti è quella persona su cui hai investito, quella persona a cui hai concesso il tuo spazio, il tuo tempo, la tua allegria.

Hai caricato così tanto di aspettative quella persona che non ce la fai a pensare che è bastato un attimo e tutto un mondo di certezze è venuto giù, come se improvvisamente una inaspettata scossa di terremoto avesse fatto crollare quella casa che pensavi poggiasse su fondamenta solide.

E allora sei lì con le tue domande, con i tuoi dubbi e ti chiedi dove hai sbagliato e se hai sbagliato, cerchi una risposta, la cerchi mentre sei sdraiato a letto e non prendi sonno, mentre stai lavorando e ti distrai, mentre un qualcosa, un oggetto, una canzone ti fa ricordare un momento e ti chiedi: "possibile che fosse tutto falso?"

Provi a scrivere qualcosa, chiami un amico, ti confidi con la persona più cara e anche loro sembrava che non aspettassero altro per parlarti delle loro delusioni, come se il mondo andasse sempre più verso una totale incomprensione.

Allora cosa puoi fare? ostinarti nel pensare che le cose possano cambiare? ma quanto sei disposto ancora a lottare per una causa per la quale non provi più un minimo di entusiasmo?

E allora, come quando cade un vaso di cristallo e i vetri riempiono il pavimento, sei lì che cerchi di raccogliere i frammenti, facendo attenzione a non farti male e mentre guardi tutti quei pezzi sparpagliati, il tuo pensiero va a quando non erano frammenti, ormai inutili, ma erano un'unica cosa, quella cosa che ormai si è frantumata e non potrà mai più essere come era prima.


Santo





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