lunedì 1 maggio 2017

Rompi gli schemi

foto tratta dalla pagina Facebook Meditazioni e Chakra


















Stasera avevo voglia di scrivere qualcosa su questo diario, dove era da un pò che non ci tornavo.

E' vero pure che in questi ultimi tempi ho avuto così tanto da fare da non trovare la giusta dimensione per scrivere qualcosa, e oltretutto ho avuto anche il computer fuori uso per alcuni giorni.

Poi mi ritrovo con le mani sulla tastiera, guardo lo schermo e penso: cosa posso scrivere?

E allora cerco nella mente quella scintilla che trasformi i pensieri in parole da scrivere e da condividere.

Mentre sto riflettendo, intanto,  getto anche un'occhiata su quel luogo diventato, ormai, un punto di ritrovo e anche di ispirazione che è Facebook e mi va lo sguardo sulla frase dell'immagine introduttiva:

"rompi gli schemi, parla delle tue gioie, non dei tuoi problemi"

Ed ecco la chiave che stavo cercando.

Spesso i diari diventano un mezzo su cui esternare delusioni, rabbia, incertezze, paure, segreti che si vogliono tenere nascosti in un cassetto.


Tracce che restano scolpite per ricordarti un momento difficile della vita, per registrare un passaggio doloroso ma a volte inevitabile,

Strumenti per cercare nell'altro quell'aiuto che spesso l'altro non riesce a darti, seppur animato dalle migliori intenzioni.

Ed invece è bello rompere gli schemi, e mettere da parte i problemi. Questi ci sono e ci saranno sempre, fanno parte della vita stessa, e spesso sono prove così forti da farti cambiare tutto quello su cui avevi poggiato lo scorrere della tua vita.

Ti aiutano a farti capire cose che erano lì, ma tu non volevi capire perché spesso il capire comporta poi delle scelte, e sono scelte che ti possono sconvolgere.

Tutto quello che invece fa parte della bellezza della vita lo si dà quasi per assodato, oppure siamo così distratti dalle nostre preoccupazioni da non renderci conto di quante cose belle ci siano intorno a noi. 

E non bisogna credere che per gustare le cose belle della vita, si debba possedere chissà quali cose.

Questo è il perverso meccanismo con cui spesso ci droghiamo nell'andare dietro a falsi miti che il più delle volte sono solo mezzi per arricchire qualcuno a danno di altre persone che si lasciano incantare e adulare da promesse di facile felicità

La felicità non è mai facile,  la felicità è un percorso, è un viaggio, è una continua scoperta, è un guardarsi intorno e rendersi conto di quante persone ti vogliono bene, credono in te, ripongono fiducia in te, ti scrivono per dirti grazie e a volte non li hai neanche visti di persona,eppure un tuo scritto ha dato a loro una spinta per non arrendersi.

E allora iniziamo anche sottovoce a parlare delle nostre gioie e non dei nostri problemi, e magari quella voce, dapprima sottile, potrebbe magicamente diventare una voce forte.

Santo David 








venerdì 10 marzo 2017

Il bambino che legge un libro sulla metro




Il mezzo pubblico era un sacrificio, ed è rimasto un sacrificio, ma una volta, oltre a trasportare le persone, le faceva anche conoscere e socializzare.
Erano gli anni in cui ti organizzavi per trascorrere il tempo a bordo di un bus, di un tram. 
Il normale corredo da viaggio era composto di un libro, di un walkman per ascoltare la musica con l'auricolare, il quotidiano della mattina, comprato dall'edicolante di fiducia che ti aspettava con il sorriso sulle labbra, e magari ti diceva anche, in tipico spirito romano "Buongiorno Dottò!"
Se eri fortunato ti sedevi e ti dedicavi alle attività di lettura o di ascolto musicale, oppure cercavi di farlo, tenendoti in equilibrio.
Mentre sfogliavi il giornale, spesso il vicino sbirciava gratis la lettura e allora ci si provava anche gusto a cambiare pagina....
La frequentazione del mezzo pubblico era molto diversa da quella di oggi, dove alcune linee, principalmente quelle provenienti dalle periferie, sono, ora, un coacervo di popolazioni che sembra di essere al Palazzo delle Nazioni Unite...
Durante il tragitto, se non si era distratti da letture ed ascolto musicale, si aveva il tempo per dare uno sguardo intorno e spesso ci si accorgeva di un volto che attirava di più l'attenzione, un volto che a forza di vederlo, ogni mattina, alla stessa ora, diventava un viso familiare, al punto che si aveva il desiderio di saperne di più, e da quel desiderio non era difficile far nascere un invito, un incontro...fuori del bus.
Oggi, e mi ci metto in mezzo anche io, è veramente desolante vedere tutte le persone, o comunque la quasi totalità delle persone, più o meno giovani, isolate nel proprio mondo, stare lì a scrivere, a condividere, a scorrere immagini. ad "autoscattarsi",così assorti che non ci si rende conto di essere arrivati alla fermata, e anzi ci irrita pure il dover scendere ed interrompere quello che stavamo facendo sul telefonino.
Siamo così isolati ed assorti che se devi scendere rischi di rimanere sul bus perché il tizio o la tizia ostacolano l'uscita ma non sentono,  anche quando con cortesia chiedi "scusi scende alla prossima?" Se continua a non risponderti hai due soluzioni: o gli bussi sulle spalle, oppure fai un'azione di sfondamento, stile football americano.
E che dire del talk show quotidiano in cui si ascolta di tutto; storie di corna, di debiti, di persone in fin di vita, di attriti familiari, persone che litigano al telefono senza rendersi conto che tutti sono lì vicino ad ascoltare ogni minima parola
Sedili che specialmente la mattina sono invasi di giornalini che "dovrebbero" sostituire le vere testate giornalistiche ed invece dopo una fugace lettura vengono abbandonati al loro destino, in attesa di un passeggero che gli degni ancora di attenzione.

Perché tutta questa riflessione ma, soprattutto cosa c'entra un bambino che legge il libro sulla metro?

Oggi pomeriggio ero in metro e mi sono ritrovato a guardarmi intorno, a vedere chi ci fosse vicino a me.
L'attenzione è stata subito colta da un bambino, forse 9 o 10 anni , assorto nella lettura di un libro: sguardo riflessivo, le dita della mano che accompagnavano la lettura.
Lì per lì sono rimasto incredulo e stupito (era da tempo che non vedevo un bambino sulla metro leggere un libro) ma guardando attentamente ho visto di fianco al bimbo, sua madre assorta essa stessa nella lettura.
Sull'altro lato c'era invece una vecchina, forse avrà avuto almeno una novantina d'anni con il viso segnato dall'età, fiera delle sue rughe, i capelli raccolti, uno sguardo pieno di tenerezza senile.
La donnina era come accovacciata vicino alla figlia, quasi a chiederle protezione.

Sono stati cinque minuti in cui osservando questo "quadretto" ho rivisto il ciclo della mia vita: io bambino che divoravo i libri che una mamma, pur con tutte le difficoltà del momento, non mi faceva mancare e poi ho rivisto nel viso di quella donnina, il volto di una mamma che probabilmente oggi avrebbe avuto anche lei un viso solcato dalle rughe, i capelli raccolti e si sarebbe appoggiata al figlio non più bambino.


sabato 31 dicembre 2016

Come in un diario : Che anno sarà?

Come in un diario : Che anno sarà?: Ormai manca veramente poco alla fine dell'anno, ed ognuno di noi tira le conclusioni, facendo previsioni e progetti, chiedendosi co...

Che anno sarà?



Ormai manca veramente poco alla fine dell'anno, ed ognuno di noi tira le conclusioni, facendo previsioni e progetti, chiedendosi cosa gli porterà il nuovo anno, quando si sa bene che ogni anno è semplicemente un anno in più nel bagaglio della nostra vita. 
E' il modo in cui riempiamo questo bagaglio a far si che un anno possa essere diverso.

Sul finire del 2015 guardavo avanti a me e vedevo ombre scure addentrarsi sempre di più nella mia mente.

E' stato un percorso, fortunatamente breve, ma pur sempre un percorso difficile e complicato, come sono tutte le strade che percorri per la prima volta e ti disorientano.

Sono entrato nel 2016, in punta di piedi, ma sentivo intorno a me che avevo uno stuolo di fan che mi stavano spronando, mi stavano facendo capire che non volevano vedermi crollare sotto il peso di forze, diventate  macigni nella mia mente.

Ascoltavo le loro parole, guardavo i loro visi, e dentro di me risuonava una voce che mi incitava a reagire.

C'è voluto ancora un pò di tempo per uscirne definitivamente fuori, ma poi alla fine ne esci e l'ho raccontato in due riflessioni personali che ho piacere di condividere, se possono essere di sprono ad altre persone che si sono incagliate:





Il sole è riapparso dietro le nuvole, quando ho cominciato a riprendere il computer e a ricollegarmi con il mondo, è riapparso dietro le nuvole quando ho ricominciato a scrivere, è riapparso dietro le nuvole quando sono rientrato in una agenzia di viaggi, luogo che ha rappresentato e rappresenta ancora gran parte dell'essenza della mia vita, e sedendomi di nuovo dietro una scrivania, ho risentito dentro di me tutti i miei 35 anni, dedicati a quella professione a cui ho dato tanto ma che a sua volta mi ha regalato emozioni e ricordi che mi accompagneranno fino all'ultimo istante.

Quasi con timidezza mi sono ripresentato nel mio mondo, cogliendo l'occasione di un evento speciale e in quella serata, tutte le strette di mano, gli abbracci, i sorrisi di nuovi e vecchi amici del settore mi hanno dato una spinta a dire a me stesso: "è il tuo mondo!"
Italia Travel Awards 31 maggio

E nel mio mondo ci sono rientrato, in maniera differente ma comunque ci sono dentro di nuovo e anche con prospettive sfidanti ma esaltanti.

Non mi sono fatto mancare pillole di formazione, partecipando a delle giornate interessanti, momenti di crescita personale, da condividere con persone sconosciute ma che in quelle sessioni formano una sorta di grande team
da zero a dieci Ekis formazione

Viaggi: il tema ricorrente di ogni mia giornata da quando ero bambino e i viaggi li sognavo.

E allora quando ci si smarrisce si sente ancor di più la voglia di tornare bambini, di ritrovare lo stupore di quell'età, di riallacciare le fila, di abbracciare, anche se solo con i ricordi, le tante persone che non ci sono più.

E per questo mi sono voluto concedere una vacanza che non doveva essere la vacanza nel luogo esotico, doveva riportarmi da dove comunque è partita una metà della mia vita, perché se quell'uomo da lì non fosse partito e complice il destino non avesse incontrato quella donna straordinaria che lo fece innamorare di lei, oggi io non sarei qui a scrivere.


Una viaggio breve, ricco, intenso per le emozioni che mi ha dato.
Polizzi Generosa, panorama dal Belvedere


Altri viaggi, sempre breve ma intensi, hanno caratterizzato il mese di settembre: Ferrara, Modena, colline romagnole e poi le mille passeggiate nella mia pur sempre amata città.

Ed oggi il cielo è meno nuvoloso di solo un anno fa. 
Le nuvole potranno tornare ma so che questa volta a sfidarle ci sarà un sole fortissimo, alimentato da quella energia che è dentro di me e che ogni giorno si riaccende, grazie ai progetti che faccio, agli obiettivi che vorrei raggiungere, ai desideri, ai sogni nel cassetto.

Energia che si alimenta dell'affetto, della stima, del rispetto delle tante persone che condividono la mia vita, e siete veramente tanti: le persone della famiglia, gli amici di sempre (e con uno di essi trascorrerò anche questa notte che mi porterà nel 2017), le tantissime amiche che mi vogliono bene, chi mi supporta nel mio lavoro, i tanti clienti che non mi abbandonano e continuano a stimarmi e a darmi fiducia, sconosciuti che leggono i miei blog e mi mandano parole di apprezzamento, i tanti nomi con cui si condividono le pagine di quel mondo che è Facebook.

Che il 2017 possa essere per la maggior parte di voi un anno in cui possa splendere il sole.

giovedì 28 luglio 2016

Serata romana




"Quanto sei bella roma quann’è sera
quanno la luna se specchia dentro ar fontanone
e le coppiette se ne vanno via…" (Venditti - Roma Capoccia)


Dopo una giornata estiva in cui hai sofferto l'arsura, in cui hai dovuto condividere il sudore con altre centinaia di persone stipate su di un mezzo pubblico, giornate in cui aspetti la sera per dire "anche oggi ho resistito!", ti arriva l'invito a "fare due passi in centro"

E così ti ritrovi catapultato in una dimensione che a solo poche ore da quella caotica e "caciarona" di prima, è completamente cambiata.

Le strade che prima erano piene di macchine, di rumore, di clacson impazziti, sembrano che siano state avvolte da un'atmosfera a dir poco irreale, quasi a volerti far strada verso il centro....

Parcheggi sulla Terrazza del Quirinale al cospetto del più importante Palazzo istituzionale, ma con tutto il rispetto che si deve al nostro Capo di Stato, lo sguardo è immediatamente rapito dall'immagine del "Cupolone" (così come lo chiamiamo noi romani). 
Avvolto nei colori di un romantico tramonto romano, è lì a voler dire a tutto il mondo:

"guerre o non guerre io sono qui a mandarvi segnali d'amore dal luogo simbolo della Cristianità"

Vicoli silenziosi
che in un attimo si trasformano in strade, piazze, angoli pieni di gente in festa.

Turisti seduti a mangiarsi "una pizza all'italiana" o un "piatto di lasagne" in ristoranti, trattorie, rosticcerie, forni di una volta trasformati in wine bar,. 
Non staranno sicuramente mangiando la miglior pizza o la migliore lasagna ma con quel venticello tutto si trasforma in qualcosa di appetibile!

Sei passato in queste strade chissà quante volte ma stasera hanno un qualcosa in più, una luce, un riverbero che solo certi tramonti possono dare.

Arrivi al cospetto del "fontanone": centinaia di persone a rendere omaggio alla Fontana più bella del mondo!

Monetine che vengono gettate in acqua con la speranza di tornarci e che da quelle acque possa riemergere quella indimenticabile coppia che fu Anita Ekberg e Marcello Mastroianni in quella scena della Dolce Vita che ha fatto di Roma un simbolo nel mondo.

Musicisti che accompagnano la serata con la melodia di un violino, venditori che sembrano tutti uguali nei loro visi, coppie a passeggio che si baciano in un angolo, gruppi di amiche che fanno sfoggio della loro bellezza e sembrano avviarsi verso la notte, alla conquista di uomini improbabili che non sai più dove siano finiti, visto che in strada non li vedi.

Vai dal "pizzicagnolo", aperto pure di sera che ti dice "capo gle faccio un panino con la mortazza? (mortadella per i non romani...),
entri nella gelateria e non sai cosa scegliere tra i 150 gusti e ti chiedi "ma non era meglio prima quando di gusti massimo ne trovavi 10?", ritorni a prendere un caffè nel "bar famoso" ma di famoso gli è rimasto solo il nome, ormai sembra di entrare in un museo!

Vorresti continuare a girare fino all'ultimo residuo di forze e con un velo di tristezza ritorni verso il parcheggio ma prima di rimetterti in auto, ti concedi ancora il "lusso" di stare dieci minuti a bordo della fontana. nel silenzio della piazza, davanti al Quirinale, alle spalle "i tetti di Roma",.......


Una magica serata romana (27 luglio 2016)
(Santo David)

sabato 9 aprile 2016

DIETRO LE NUVOLE SPLENDE SEMPRE IL SOLE



Se leggo gli ultimi articoli pubblicati su questo diario, "Il buio della notte",
"La luce oltre il buio", scrivere oggi "dietro le nuvole splende sempre il sole" è il corollario di un percorso che mi stava portando in una di quelle situazioni di vita in cui ci si ritrova in balia di forze che non riesci più a dominare.

In quei momenti sembra che veramente non ci sia più una via d'uscita, tutto appare sotto un colore cupo, tenebroso.

Arrivi a chiederti se certe manifestazioni della mente, del corpo siano tue manifestazioni o appartengano ad altra mente, ad altro corpo, talmente sono così inedite che non riesci ad accettarle come tue, eppure non riesci a uscirne fuori.

Un conflitto, una lotta, tra il voler mettere fine allo struggimento e il restare fermo senza aver voglia di fare nulla.

Sono trascorsi alcuni mesi da quel periodo, domani è per me un giorno di quelli speciali, perché è il giorno del mio compleanno e di questi giorni speciali ne sono già trascorsi 55, da quando spensi la prima candelina.

Il regalo più bello che posso fare a me stesso è quello di aver recuperato quell'entusiasmo, quella passione, quell'allegria, quella solarità che sono state sempre per me delle leve su cui poggiare la fiducia in me stesso, anche nei momenti più difficili.

Ci sono, però, viaggi che potresti anche farli da solo, ma ci sono viaggi che assumono tutto un altro sapore, un gusto migliore, se insieme a te avverti la presenza di tutte le persone che ti sono vicine sempre, pronte a gioire con te nei momenti in cui la vita ti offre le opportunità per cantare, per sorridere, per ballare tutti insieme, persone che però non ti abbandoneranno mai se un giorno non sorridi e anzi sono lì pronte a spronarti perché sanno che dentro di te c'è una luce che si è momentaneamente offuscata.

Viaggi in cui avverti ancor di più quanto hai dato, quanto hai seminato e oggi ne stai raccogliendo il frutto perché è il frutto che meriti di raccogliere.

Viaggi in cui vorresti avere vicino delle persone che, purtroppo, per l'inevitabilità della vita, non ci sono più, e tra quelle persone sai che ce ne sono alcune che ancor di più, da un remoto spazio, ti sono state vicine, ti hanno accompagnato passo dopo passo, e non ti stanno chiedendo nulla, ma da lassù ti guardano e sono felici, perché tu hai ritrovato la tua serenità,

Piove, fa freddo, non mi va di uscire....ma poi alla fine 

"dietro le nuvole splende sempre il sole" 

e tu lo sai bene che non potrà mai esserci nuvola che possa oscurare il sole che splende dentro di te.

Da Santo a me stesso nel giorno del mio compleanno.


domenica 7 febbraio 2016

LA LUCE OLTRE IL BUIO




Ci sono periodi della vita in cui ti ritrovi in un tunnel buio e per quanto ti sforzi di vederne l'uscita, è come se davanti a te ci fosse solo un percorso scuro di cui non intravedi la luce.

In quei momenti avviene dentro di te una trasformazione che ti destabilizza, specialmente vivendo delle sensazioni, delle emozioni così forti.

La notte diventa un inferno, fatto non più di sogni belli e rigeneranti, ma di risvegli, di incubi, di paure.

Cerchi di riaddormentarti ma più ci provi e più resti sveglio in una lotta con te stesso che diventa una lotta sfibrante e che si ripercuote sul giorno che sta per arrivare.

Giornate in cui ti muovi come se fossi un fantasma, ti danno fastidio le voci, anche quelle più familiari.

Perdi il gusto di fare quelle cose che fanno parte della tua vita, fai fatica a parlare, sfoghi il tuo malessere a qualcuno che ha la forza di ascoltarti e spronarti a reagire.

Nonostante tutto questo disagio, riesci ancora ad avere dentro quell'ultima leva che ti può tirar fuori e non farti precipitare definitivamente.

Una leva che c'è, spesso sta lì nascosta tra le pieghe e non sempre riesci a riattivarla da solo e quindi hai anche bisogno di qualcuno che ti supporti e di una persona che professionalmente faccia questo mestiere e insieme a te ti possa guidare nella riscoperta di quello che hai smarrito ma non perduto.

E così pian piano riconquisti il terreno su cui ti eri perso, passi dalla fase dello sfinimento, della rassegnazione, della paura, alla fase in cui senti che a fatica stai rientrando in campo e arriva quel momento in cui è come se risorgesse il sole, dopo un periodo di tempesta, e in quel sole ritrovi la tua energia, la tua adrenalina, la tua voglia di fare, di andare avanti, di fare nuove scoperte.

Ti rendi conto che intorno a te ci sono tantissime persone che ti vogliono bene, tante persone che ti stimano e ti cercano.

Nel campo della professione le tue qualità, le tue competenze diventano un bene prezioso da offrire, e in questo capisci che tutto quello che hai fatto finora, non è materiale da rottamare, ma è ancora un bagaglio di esperienza che puoi continuare a condividere.

E così finalmente esci dal buio per intravedere di nuovo quel raggio di sole che illumina la notte.

(Santo)