mercoledì 25 settembre 2013

LA VITA E' ADESSO





Questa è una di quelle sere in cui il sentimento della nostalgia prevale su ogni altra cosa.

Domani rappresenta per me una di quelle date che entrano prepotentemente nella vita di ognuno di noi.

Sono quelle tappe che non le dimenticherai mai, sia nel bene che nel male, sono quei giorni che in mezzo a migliaia di giorni, a volte sempre così uguali tra loro, resteranno sempre nella mente e nulla riuscirà a cancellarli.

Il giorno di domani mi rimanda indietro a trent'anni fa, quando ero molto più giovane, a quando stavo muovendo i primi passi nella vita post scolastica, gli anni in cui avevo iniziato a percorrere quel ponte,
che come ci aveva detto il nostro professore di diritto, è un ponte che quando lo guardi da giovane sembra immenso, lunghissimo e man mano che questo ponte lo percorri e ti guardi dietro, ti rendi conto che forse non era così lungo, come sembrava all'inizio.

Trent'anni fa accadde, nella mia vita, un episodio di quelli traumatici, un episodio che è accaduto troppo presto e mi ha privato della gioia di crescere, con la figura di un Padre vicino, un Padre a cui donare le soddisfazioni che ogni figlio vuole dare a suo Padre

Allora, se guardavo avanti a me, il pensare ai trent'anni che dovevano passare perché arrivasse la scadenza a cui oggi siamo arrivati e che ci impone il rispetto di determinate procedure burocratiche, mi sembrava un'immensità.

Quell'immensità di ieri, oggi è vita vissuta, è una somma di esperienze che mi hanno condotto ad essere quello che sono, ad occupare lo spazio che occupo, a pensare se avrò ancora tanta immensità da riempire e come si potrà riempire questa immensità che mi rimane da riempire?

Sarebbe stato bello avere accanto a me quella persona che non ho potuto avere e parlare non più da figlio che parla con il padre, che sembrava così grande, per me, a quei tempi, ma parlare da uomo a uomo, perché oggi non sono più il giovane che stava iniziando il suo percorso di vita, ma sono un uomo cresciuto.


Sicuramente come era nel suo modo di essere, se ne sarebbe stato in silenzio ed io lo avrei travolto di parole, di racconti, gli avrei descritto i viaggi che ho fatto in questo lungo tempo.


Mentre sto riflettendo, arriva dalla radio una stupenda canzone di Baglioni e come tutte quelle cose che arrivano al momento giusto questa canzone è "La vita è adesso".

Esco dalla nostalgia, esco dai ricordi, esco dai rimpianti, completo quella lettera che ho tenuto nel cassetto, per finirla di scrivere, domani, a voler dare un senso a questi lunghi trent'anni.

(SANTO)

giovedì 12 settembre 2013

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Scuola Fausto Cecconi - Renzo Pezzani di Roma
Guardando i capannelli di studenti davanti alle scuole, mi è venuto da pensare a come  avessi vissuto io il mio primo giorno di scuola.

Avrò pianto come continuano a fare molti bambini, oppure ho lasciato la mano di mia madre e sono andato tranquillo nella classe?

Sono passati tantissimi anni da quel giorno e la mia memoria non riesce a tirar fuori il ricordo di quel momento, forse a riprova che non fu così traumatico.

Non ho più chi mi potrebbe dare una risposta e non ricordo se avessi mai chiesto a mia madre questo particolare.

E' però vivo nella mia mente il ricordo della maestra d'asilo, la Cocco, e del maestro elementare, il Maestro Gardi.


Sono figure che hanno rappresentato dei punti di riferimento nella mia vita perché mi hanno guidato nella mia crescita.

A quei tempi esisteva il maestro unico e ti seguiva per tutti i cinque anni delle elementari.

Erano gli anni in cui, soprattutto erano le mamme ad accompagnare i figli e forse in questo non è che sia cambiato molto, ma di diverso c'è che allora ci accompagnavano a piedi e solo pochissimi fortunati arrivavano in automobile.

Quelli erano gli anni del boom demografico e non c'era l'immigrazione di oggi, pertanto le scuole erano degli edifici imponenti, che avevano classi composte da 25/30 bambini e non c'era la mescolanza tra maschietti e femminucce, si stava in classi differenti.

La mia scuola era la Fausto Cecconi, un solenne edificio in stile littorio, oggi usato anche in alcune fiction televisive, una per tutte "I Cesaroni".

Di quegli anni ricordo alcuni nomi dei miei compagni di classe, ricordo la foto di gruppo, gli insegnamenti del maestro, le storie che ci raccontava per trasmetterci i valori della famiglia, del lavoro e tutte quelle componenti sane per la crescita di un bambino.

Non mancavano le bacchettate sulla mano e quando è capitato a me, prontamente, interveniva mia madre a riprendere il maestro e a consigliarli di non usare le maniere forti, altrimenti si sarebbe rivolta al "Dirigente Scolastico"

Ricordo il momento della pagella e la soddisfazione di portarla a casa con i bei voti ed avere il piacere della ricompensa, a volte un semplice regalo ma per quei tempi quel semplice regalo era un dono immenso.

Poi la vita ti inghiotte e ti mette davanti a tante prove e sembra che ogni giorno diventi il primo giorno di scuola.

Auguri a tutti quelli che stanno vivendo il loro primo giorno di scuola

(Santo)


domenica 25 agosto 2013

IL SILENZIO DELLA CITTA'



Da domani le strade del mio quartiere torneranno ad esse quelle a cui siamo abituati.
Di nuovo tutti i negozi riapriranno, le macchine torneranno a riempire le strade, la gente ripopolerà le vie e le piazze.

Mi è sembrato di vivere in queste ultime due settimane in una dimensione surreale, è come se fossi rimasto uno dei pochi sopravvissuti ad un'epidemia che aveva improvvisamente colpito i luoghi che abitualmente frequento ogni giorno.

Sembrava che nessuno dovesse lasciare questa città ed invece nel giro di pochi giorni tutto si era fermato, tutto aveva preso ritmi completamente diversi.

Una domenica mi sono svegliato con l'idea di andare a fare colazione al bar e ho dovuto cercare a lungo prima che mi apparisse un'oasi nel deserto. Avevo quasi imbarazzo a varcare la porta e il sorriso del gestore mi ha rincuorato.

Sarà che si rimane in pochi, ma si ha quasi la sensazione che si respiri, tra le poche persone rimaste, un senso di solidarietà reciproca, una sorta di ringraziamento per il fatto di esserci entrambi, tu che stai offrendo un servizio ed io che ne usufruisco.

Dopo il bar la ricerca di un'edicola e anche qui impresa titanica. Nonostante la presenza di tanti giornalai, trovarne uno era veramente difficile e ci sono arrivato, quasi come giocando alla caccia al tesoro, facendomi aiutare da chi aveva un quotidiano tra le mani e poteva, pertanto, fornirmi notizie utili per la mia ricerca.

Il silenzio è stato il filo conduttore di queste giornate. Un silenzio che mi ha avvolto dalla mattina alla sera. Niente più voci dalle case vicine, niente più abbaiare di cani, niente più rumore di macchine in corsa. Tutto fermo.

Ogni tanto mi riportavano alla realtà le voci provenienti dalla televisione di una casa con le finestre aperte, il camion della nettezza urbana, qualche motociclista che si sentiva più gasato con la sua moto.

Girare per il mio quartiere è stato come passeggiare per le vie di una città che sembrava non essere più la mia città.

I visi che incontravo non erano visi di italiani ma visi di persone provenienti da ogni luogo del mondo che hanno trovato spazio nelle nostre case, in cerca di una fortuna più o meno realistica.

I dialoghi che ascoltavo erano in una lingua diversa, i negozi che rimanevano aperti erano solo negozi che a volte ti chiedi cosa ci stiano a fare e cosa venderanno mai.

Eppure in questo silenzio e in questo sradicamento dalle normali scene di vita quotidiana ho provato il piacere della calma, della tranquillità.

Non ho sentito disagio ma anzi lo sforzo di cercare il bar. l'edicola, il negozio aperto, mi hanno fatto scoprire posti e persone nuove, portandomi fuori dai normali percorsi di ogni giorno.

Il totale silenzio mi ha permesso di poter ancor di più raggiungere quello stato di rilassatezza, di tranquillità interiore, che è il miglior terreno per poter pensare meglio a se stessi, per poter ricordare, per poter generare un'idea nuova, perdendo la cognizione del tempo, non avendo la necessità di correre.

Le giornate di vacanza stanno terminando e da domani tutti, più o meno, torneremo alle nostre normali abitudini...

sabato 27 luglio 2013

AMICI INSEPARABILI



Era da giorni che sentivo il desiderio di tornare a scrivere su questo blog, dedicato agli aspetti più personali ed intimi della mia vita.

Lo spunto per farlo mi è arrivato oggi dalla lettura di un articolo di Marco Lodoli, nella cronaca di Roma del quotidiano la Repubblica : "Il collasso della cultura e la ricerca del superfluo".

In questo articolo si fa riferimento alle imminenti chiusure di librerie storiche della città come la Feltrinelli di via del Babuino e di Tombolini in via IV Novembre, oltre a quelle già chiuse o a rischio, comprese quelle del circuito Arion.


Si è cercato di capire il perché di questo fenomeno, se da imputare alla crisi economica, al caro affitti, alla concorrenza degli e-book. Sicuramente questi sono stati dei fattori che hanno influito, ma la verità sta tutte nelle parole dello stesso articolo: "la verità è che le nostre librerie soccombono sotto i colpi dell'indifferenza, sotto le mazzate tremende di una sottocultura che anno dopo anno ha incenerito i neuroni e le curiosità più profonde...Ogni libreria che chiude è la triste conferma di un collasso culturale, addirittura spirituale...Nel frattempo aprono i centri estetici,le botteghe dei tatuaggi,e quelle dove si rifanno le unghie,le sale dove si scommette anche la pensione.Diventiamo più magri, più abbronzati, più cool, più stupidi.Presto ci mancheranno anche le parole per raccontare chi siamo e cosa vogliamo. Forse, arrivati contro il muro in fondo al vicolo cieco, qualcuno inciderà con un chiodo una poesia d'amore, e qualcun'altro la leggerà  e tornerà indietro"

Ho letto l'articolo e ho alzato gli occhi verso la mia libreria, mi sono avvicinato e ho riguardato uno per uno tutti i testi che sono lì, chi da tanto chi da poco, a formare un gruppo di amici che mi accompagna e non mi ha mai abbandonato.

Ci sono quegli amici che mostrano la loro età, pagine che hanno perso la loro originale brillantezza, eppure le copertine sono ancora come se si fosse fermato il tempo al periodo delle prime letture e mi riportano indietro agli anni in cui io chiedevo per regalo di avere un libro, oppure mi facevo accompagnare da mia madre in libreria e avevo piacere di pagarlo con i primi risparmi , le monetine che mi avevano regalato: quelle pagine di viaggi fantastici erano il preludio a quello che poi sarebbe stato la mia ragione di vita ed infatti gran parte della mia esistenza si è svolta e continua a svolgersi nel mondo dei viaggi.

Guardo tutti i libri ed essi rappresentano un viaggio, una testimonianza dei diversi periodi di una vita. Le letture dei classici che si facevano ai tempi scolastici, in contemporanea con i primi approcci al mondo del teatro, quando con un carissimo amico di scuola andavamo a vedere le rappresentazioni nei principali teatri: Goldoni, Pirandello, Molière, Ibsen, Shakespeare e tanti altri.

I libri che riportano a mente periodi bui della storia italiana: saggi sul terrorismo, sulle stragi incompiute, sui misteri italiani, scritti dalle grandi firme dell'epoca che oggi rimpiangiamo: Bocca, Biagi, Zavoli, Montanelli, tanto per citarne alcuni.

E poi tutti i romanzi che mi hanno fatto vivere delle storie di romanticismo, di amore, di passione, letture che spesso hanno accompagnato il mio girovagare nel mondo e il solo rivederli mi fanno ricordare i luoghi dove li ho avuti con me; viaggiando in treno, durante un lungo viaggio aereo, in una sala d'aspetto, nella noia di un tram che mi portava al lavoro.

Non manca il filone dei romanzi erotici che non erano i romanzi da cassetta di cui spesso sono piene le attuali librerie ma erano testi di alta letteratura o scritti da autori come Henry Miller, Anais Nin, o della letteratura orientale.

Tanti i libri dedicati alla crescita personale, alla spiritualità, al positivismo, nel momento in cui ero alla ricerca di capire cosa potessi fare per migliorarmi, per marciare verso il successo personale.

Quanti di questi libri sono stati comprati in quelle librerie che oggi rischiano di chiudere e di privarci del piacere di stare ore dentro questi luoghi, di passeggiare, di sentire quasi l'odore del libro, di immaginare la storia leggendo il titolo o guardando la copertina, ed in questo devo dire che ho avuto abbastanza fiuto nelle mie scelte.


Si dice che tutto è il segno dei tempi ma se veramente i tempi sono questi che stiamo vivendo, provo nostalgia per il passato.

Ho viaggiato tantissimo con i mezzi pubblici e, nel passato, si vedevano molte persone con un libro, nascevano anche delle amicizie confrontandosi sulla lettura di questi libri, era facile che mentre si leggeva, la persona, seduta vicino, ti dicesse "lo sto leggendo anche io" o ti chiedesse delle informazioni.

Oggi mi sembro quasi una rarità e poi è, ormai, difficilissimo riuscire a concentrare l'attenzione sulla lettura, quando tutto intorno è un trillare di telefonini, con una varietà pazzesca di suonerie e di conversazioni ad alta voce.

Probabilmente la lettura è finita e siamo nell'era che è più facile ascoltare gli altri, e dall'ascolto immaginare il romanzo di quella persona che sta parlando al telefono.

sabato 8 giugno 2013

IL MISTERO DELLA MEDITAZIONE



Ad ottobre quando mi sono iscritto al corso di Yoga Kundalini mi sembrava che avessi dato inizio a un percorso di cui non sapevo quale potesse essere l'esito e che riflessi avrebbe potuto avere su di me la frequentazione settimanale e l'incontro con questa inconsueta esperienza.

Ne avevo avuto un piccolo assaggio nel corso di una mia vacanza in un luogo straordinario, esperienza descritta in un precedente articolo, http://santo-miglioratestesso.blogspot.it/2012/04/meditazione.html, ne avevo sentito parlare da un mio carissimo amico e mi ero informato leggendo una serie di testi sullo yoga e su come meditare.

Come in tutte le cose la teoria può essere bella e interessante ma soltanto vivendo l'esperienza si può entrare veramente nel mistero della meditazione.

Nel dire mistero non voglio assolutamente far pensare che il meditare sia una forma di misticismo pericoloso o di subdola manipolazione della mente. Questo rischio ci potrebbe anche essere se non ci si affida a scuole serie, ad insegnanti qualificati.

La meditazione è un viaggio dentro se stessi, è come aprirsi un varco nella nebbia della mente. 
All'inizio tutto sembra difficile perché ci si rende conto, nel momento in cui ci si ferma, in cui si rallenta il respiro, di essere preda di mille pensieri che si rincorrono l'uno con l'altro, immagini che si sovrappongono, i ricordi del passato  s'intrecciano con le ipotesi sul futuro.

Man mano che si procede nel viaggio, accompagnati e guidati dalla esperienza di chi è lì, non per insegnarti il suo verbo, non per doverti imporre una disciplina, ma soltanto con lo scopo di coadiuvarti nel far pace con il turbinio dei pensieri, ti cominci a rendere conto che qualcosa sta accadendo.

Prendi confidenza con il tuo respiro, quel respiro senza del quale non avresti la vita eppure è come se fino allora non te ne fossi mai accorto, pensavi di respirare bene ma non era così e magari ti accorgevi del respiro solo quando la paura te lo faceva trattenere, solo quando un momento di ansia ti faceva ansimare ed invece adesso lo avverti in una maniera più consapevole, perché stai acquisendo una forma più nobile di consapevolezza, una presenza che comincia ad avvolgere ogni gesto, ogni pensiero, ogni azione, ogni passo che fai.


Hai iniziato e cinque minuti ti sembravano lunghissimi e adesso sei lì immobile,fermo nella tua posizione preferita e ci rimani venti, trenta, quaranta minuti e non ti pesano, anzi ti fanno sentire più fresco, più leggiadro, una sottile energia scorre nel corpo e il corpo si libera delle sue paure, dei suoi limiti e allora ti ritrovi anche ad assumere delle posizioni che mai avresti pensato di riuscire a fare e non le fai soffrendo, ma provi il piacere di sentire che si è creata un'armonia tra la mente e il corpo, e queste due entità che a volte sono in conflitto tra loro sono diventate un tutt'uno.

La meditazione la puoi fare da solo, nel tuo angolo di casa preferito, in un giardino, in riva al mare, guardando la luna, aspettando l'alba o il tramonto ed è la tua esperienza. 

La stessa esperienza la puoi condividere insieme a quelle persone che sono lì con te, nello stesso luogo e quando terminano i minuti dedicati a questo raccoglimento e ci si confidano le esperienze vissute ti rendi conto, nei racconti che ognuno fa del momento appena vissuto, che cosa possa avvenire dentro ognuno di noi, e di come ogni esperienza sia diversa, sia unica proprio perché ognuno di noi ha dentro di sé un bagaglio personale ed esclusivo di esperienze, di ricordi, di precetti, di disagi, di gioie, di paure, tutto un mix di sensazioni ed emozioni che nel momento in cui stai meditando riaffiorano in superficie.

Quando sei al cospetto di tutto ciò non dovrai giudicare, sentirti in colpa, analizzare, sarai soltanto un testimone, un osservatore attento.


domenica 12 maggio 2013

ACCAREZZAMI, MADRE



Nella giornata dedicata alla Mamma mi sono ricordato che tra i miei libri ne ho uno scritto da Diego Della Palma dal titolo “Accarezzami Madre”, un libro che in quarta di copertina riporta questa descrizione: “le parole che ogni figlio vorrebbe dire a sua madre. Le parole che ogni madre vorrebbe ascoltare da suo figlio

Leggendo quel libro, e ancora oggi, mi capita di chiedermelo: quali sono le parole che io avrei voluto dire a mia madre e non le ho dette e soprattutto chissà quali erano le parole che mia madre avrebbe voluto ascoltare da me.
E che senso avrebbe oggi colmare questa lacuna se non c’è più modo di poter riempire questa eventuale mancanza,  e non ci si può accontentare solo di un pensiero.
Una madre va abbracciata, va ringraziata senza mai pensare che sia un atto infantile, senza preoccuparsi se qualcuno ti possa definire un eterno mammone, senza la presunzione di pensare che tanto se non lo fai oggi lo farai domani e se poi quel domani non ci sarà?
Non si può neanche vivere di rimorsi tanto con il rimpianto non si cambia l’ordine delle cose e anzi si rischia di farsi del male.
La vita mi ha dato mille opportunità, tante occasioni per dire Grazie, non le avrò sfruttate tutte però so di aver fatto tutto il possibile per stare vicino a una persona nel momento più drammatico della sua vita, il periodo in cui, giorno dopo giorno,  la sua esistenza terrena aveva preso quella strada che porta, inevitabilmente, al capolinea.
Io ero lì e ho vissuto insieme a lei e con lei la sua sofferenza che pian piano è diventata anche la mia sofferenza  e lei, come tutte le grandi donne del passato, è riuscita anche in un momento così difficile a resistere, a lottare, a fare uno sforzo in più, persino a lasciarmi con un sorriso.
Io dovevo essere l’uomo forte e invece ero lì con le mie debolezze, con la mia impreparazione,  mi stavano crollando le certezze su cui avevo costruito la mia casa, il mio rifugio, l’isola dove trovare sempre un facile approdo.
All’interno di questo libro una profonda e bellissima citazione di Silvana Stremiz: 
"avrei voluto regalarti una vita da sogno. Ti ho donato solamente un sogno chiamato vita. Sta a te farlo diventare un magico sogno"
Grazie Mamma per avermi regalato questo sogno e quando ti ho lasciato non te l’ho detto ma è stato il primo pensiero che ho avuto:
 "non ti preoccupare più per me ora sono io che farò diventare magico questo sogno"

lunedì 29 aprile 2013

IL VIAGGIO CONTINUA


Viaggio nel miglioramento.

Quando ho iniziato a comporre i primi articoli di questo blog, mi ero posto la domanda su cosa potesse significare miglioramento per una persona che, come me, ha già compiuto un percorso importante nella sua vita, inteso come durata del percorso, e nacque il primo articolo 


Aveva e ha ancora senso cercare il miglioramento? e se lo cercavo cosa stava a significare? non essere soddisfatto di quello che avevo fatto, di come avevo gestito la vita fino a quel momento?

Sicuramente una parte delle risposte alla domanda che mi ero posto nascondevano anche una parte di insoddisfazione che non è l'insoddisfazione di chi getta la spugna ma è quella forza vitale che ti dà ancora quella spinta per cercare il vero significato dell'esserci su questa terra.

Tanta è la forza che ricevo dal voler trovare una risposta che dia un senso a questo passaggio terreno, da essere costantemente proiettato verso la ricerca di questo scopo, del significato dell'esistenza.

Questo non vuole essere un masochismo spirituale che può allontanare dalla vita di tutti i giorni, ma, nella ricerca di un significato, di uno scopo, si arriva anche a godere meglio della vita, sia quando la vita ti dona tanto, sia quando la vita è più avara.

Per poter arrivare ad un grado di consapevolezza che possa racchiudere in sé delle armi potenti quali possano essere la gratitudine, l'accettazione, la sensazione di vivere ogni momento come se fosse l'unico momento o ancor più come se fosse l'ultimo momento, è necessario lavorare nel profondo di sé stessi, entrare nel buio, andare a rovistare nelle stanze della mente, portare a galla ricordi, emozioni, sensazioni ed essere testimoni e osservatori di tutto questo.

Non ci si arriva così come se fosse un gioco, non va vissuto come una sfida, non è una gara, è semplicemente un viaggio dentro di noi e non sappiamo cosa incontreremo lungo il percorso, non sappiamo se saremo in grado di confrontarci con noi stessi, con le nostre paure, quelle paure che sono lì, e ce le portiamo appresso come un pesante fardello,un'eredità che ci fa male ma dalla quale non riusciamo a distaccarci perché, forse, in quella paura ci sentiamo, per assurdo, sicuri, dal momento che quelle paure fanno parte di noi.

Vorresti spingerti oltre, superare lo steccato, compiere quel gesto, quell'azione che è da tempo che vorresti fare,  ma qualcosa ti blocca, dici a te stesso di non essere in grado di farlo, eppure, non hai mai provato a farlo e poi arriverà un momento in cui lo farai e allora ti renderai conto che c'erano delle forme di auto sabotaggio che ti bloccavano, limiti imposti solo dalla tua mente.

E pian piano riprenderai confidenza con il tuo corpo, non lo sentirai più come un corpo estraneo ma lo sentirai come l'abito che riveste la tua anima, ne avrai cura, lo ascolterai come si ascolta un amico e lui ti dirà tante cose che ti diceva pure prima ma tu non eri in grado di ascoltarlo perché la tua mente, in continuo assillo, non ti dava quella possibilità di percepire, di ascoltare.

Comincerai a sentire di non essere solo perché sei in uno scambio continuo di energie con tutto quello che ti circonda, con tutto quello che incontrerai, con tutto quello che sentirai
e sarà in quel momento che comincerai a sentire l'importanza del viaggio che stai compiendo.

Sarebbe bellissimo se ognuno trovasse il suo viaggio

(Santo)