Come in un diario si raccolgono pensieri, riflessioni, speranze, sogni, ricordi, Segreti che spesso rimangono chiusi in un cassetto, ma ogni tanto da quel cassetto ne escono alcuni, che è bello condividere con gli altri.
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mercoledì 11 giugno 2014
UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA
Se è vero che nulla accade per caso e in tutto c'è sempre una spiegazione, allora anche i libri che ci capitano tra le mani, non ci capitano per caso ma spesso ci arrivano nel momento giusto.
La mia libreria è ricolma di libri che mi accompagnano come fedeli amici da tanti anni e con alcuni di essi ho quasi un rapporto speciale, li considero alla stregua di quelle persone con cui più passa il tempo e più ti ci senti vicino e sai che non ne potresti fare a meno.
I libri di Terzani fanno parte di questa schiera di amici privilegiati ed infatti occupano una posizione di riguardo, sono esposti in prima linea e a volte mi basta anche solo uno sguardo per trovarvi un momento di ispirazione.
In questi giorni, complice anche gli eventi che si stanno organizzando in coincidenza con l'anniversario della sua morte, avvenuta nel 2004, ho avuto modo di soffermarmi di nuovo con più attenzione sulle letture di questo indimenticabile uomo e così mi è rivenuto il desiderio di riprendere tra le mani uno dei suoi più grandi libri che è per l'appunto "UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA".
Terzani lo scrisse intorno al compimento del suo sessantesimo anno quando gli fu diagnosticato il cancro.
Da questa scoperta e da tutto quello che può avvenire nell'animo di una persona, Terzani inizia un viaggio che lo porterà a delle grandi riflessioni sul senso della vita, sul confronto tra la medicina classica e quella olistica e il libro diventa una sorta di guida spirituale, uno di quei testi che non li puoi leggere di corsa, ma debbono essere assimilati, pagina dopo pagina.
Lo lessi la prima volta nel 2004 e sono tornato a leggerlo a distanza di ben 10 anni.
In dieci anni possono accadere tante cose nella vita di una persona e ci sono periodi in cui gli anni danno un'accelerazione a certi processi di scoperta che erano lì solo in attesa di essere portati in superficie.
Sto leggendo il libro e mi sto rendendo conto che se quando lo lessi per la prima volta, tutto quel mondo descritto da Tiziano, il suo incontro con la spiritualità, con la medicina alternativa, con il soprannaturale, era un mondo che mi incuriosiva, un mondo che vedevo da lontano, perché in quel periodo la mia vita era in una fase di rilancio di alcune situazioni che si erano come assopite e stavano riavendo luce.
Ma la vita si sa, ti può dare tanto e quando sei lì che la stai divorando, è capace di giocarti brutti scherzi e tutto quello su cui pensavi di aver costruito le tue certezze, viene giù come il mazzo di carte con cui da piccoli ci divertivamo a tentare di creare dei castelli.
Improvvisamente ti ritrovi in un vortice di forze che ti si mettono contro e si alleano tutte insieme per darti il colpo finale.
E allora che per far fronte all'inevitabile sbandamento si cominciano a cercare delle risposte, ci si aggrappa a tutto pur di ritrovare il bandolo della matassa.
E in parte è stato così anche per me.
Il mio viaggio per ridare ordine alla vita mi ha portato a tentare strade diverse, dal ritrovare il dialogo con chi sta su, mi ha fatto entrare nel "business" dei corsi di formazione, della crescita personale, mi ha avvicinato a discipline di cui non sapevo neanche l'esistenza, come la PNL, finché seppur in un contesto in cui Tiziano sarebbe inorridito, ossia in un villaggio turistico in Madagascar, ho cominciato a testare di persona cosa fosse lo yoga e la meditazione.
Questo primo approccio mi ha fornito lo spunto per incuriosirmi ancor di più su questa materia ed è iniziato quel viaggio nella spiritualità, un viaggio che se lo intraprendi non per soddisfare una moda, non per sentirti figo, ma perché da quel viaggio puoi trovare la chiave per andare sempre più dentro di te, è un viaggio appassionante e ricco di sorprese, sorprese che arrivano quando meno te le aspetti, perché è un qualcosa che si rimette in moto dentro e ti fa ritrovare quel significato, quell'essenza, di cui avevi perso le tracce, confuso nei ruoli da coprire, nelle maschere da indossare, nei doveri subiti, nei limiti imposti dagli altri e da te stesso.
E allora è come rimettersi sulla giostra per iniziare un altro giro......
(Santo)
giovedì 28 marzo 2013
KUNDALINI YOGA
E' mattina, mi sono svegliato da poco., mi sto preparando per andare incontro ad una nuova giornata .
Abitualmente scrivo di sera, eppure questa mattina ho sentito il desiderio di aprire il computer e mettere le mie dita su questa tastiera, quasi a voler proseguire e a lasciare dentro di me la sensazione di calma interiore, di benessere che mi porto dentro, specialmente il giovedì mattino.
E perché proprio il giovedì?
Dal mese di novembre sto frequentando un incontro settimanale che si tiene il mercoledì sera presso il Centro Erba Sacra di Roma, praticando la disciplina dello Yoga Kundalini con l'insegnante Patrizia Deva Marapodi.
Disciplina, insegnante, parole che farebbero pensare ai tempi di scuola quando non si andava in aula sempre così entusiasti e si aveva spesso un rifiuto di tutto ciò che sapeva di imposto.
Qui non vi è nulla di tutto questo ed anzi quando si avvicina il momento di andare, aumenta il desiderio di essere lì, superando le resistenze del dirsi "stasera fa freddo, piove ma chi me lo fa fare?", oppure di saltare l'incontro perché magari in televisione danno la partita di calcio della squadra del cuore.
Mi sono avvicinato allo Yoga e alla Meditazione, quasi occasionalmente ma nulla vi è di occasionale nella vita ed ogni cosa, anche la più insignificante non avviene per caso, anche se nel momento in cui avviene sembrerebbe un caso ed il più delle volte è, invece, un'opportunità di crescita e di miglioramento.
Di questo primo approccio ne parlai già in un mio precedente articolo: MEDITAZIONE
Da quell'aprile 2010 ha cominciato a crescere in me il desiderio di confrontarmi con un approccio più diretto alla spiritualità orientale ed in questo sono stato stimolato dall'esperienza di un mio carissimo amico che già pratica da tempo e che è riuscito, attraverso lo yoga e la meditazione, a superare un periodo estremamente difficile e complicato della sua vita.
Fino allora avevo partecipato a seminari di crescita personale con un approccio completamente differente, basato su altre leve, nello stile Firewalking, avevo letto tanti libri di crescita, di PNL, di miglioramento personale, ma pur avendo ricevuto una forte spinta, sentivo che il percorso non era completo in quanto stavo focalizzando l'attenzione su situazioni esterne a me stesso: obiettivi, risultati, scalette di programmi, tempistiche, tutta una serie di strategie che però mi stavano dando anche un senso di frustrazione nel notare che, nonostante mi dessi da fare, nonostante leggessi tutte quelle belle parole, ci sono delle situazioni sulle quali noi non abbiamo possibilità di intervenire, e nel proiettare la nostra attenzione sull'esterno, rischiamo di perdere il contatto con il bene più prezioso che abbiamo, ossia noi stessi, la nostra anima, il nostro scopo.
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E così, dopo una serie di prove fatte in alcuni centri, ho preso la decisione di iscrivermi a novembre 2012 presso il Centro dove sto praticando attualmente.
All'inizio non sapevo neanche che esistessero diverse forme di Yoga, avevo solo una sommaria informazione e mi incuriosiva molto il termine Kundalini, tecnica introdotta dall'India in Occidente da Yogi Bhajan, maestro spirituale originario di un villaggio dell'attuale Pakistan, nato nel 1929 e deceduto nel 2004.
La nostra insegnante ha vissuto per anni in quella terra che, personalmente, non ho avuto mai modo di visitare ma ritengo sia una esperienza che lasci il segno nella vita, e ha seguito gli insegnamenti di Yogi Bhajan, ed oggi li trasmette a chi segue le sue lezioni, o ancor meglio i suoi incontri, perché di incontro si tratta.
E' difficilissimo e non voglio avere alcuna pretesa di dare io degli insegnamenti su questa materia e poi non è una di quelle esperienze che si possono tradurre in parole o riportando una fredda analisi, un resoconto.
E' un'esperienza che ognuno di noi, se lo desidera, la deve vivere in prima persona perché ognuno di noi, entrando dentro di sé, può scoprire mondi conosciuti ma anche stanze segrete, trovare tante belle cose ma anche ricordi spiacevoli, incontrare volti dimenticati, rivivere sensazioni di quando si era bambini se non addirittura di quando si era nel grembo materno.
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E' un confrontarsi con i nostri limiti, con le nostre paure, con i nostri desideri, si assumono posizioni dicendo a sé stessi "non ci riuscirò mai" e poi , quasi per miracolo, ti trovi a piegarti in un modo che mai avresti pensato di fare.
Prendi coscienza del corpo esteriore e di tutto quello che il corpo contiene e soprattutto aumenti la conoscenza del tuo respiro, quel respiro che ti fa vivere, e cominci ad avere un rapporto diverso con il tuo respiro e di conseguenza con la vita che è respiro.
(Santo)
lunedì 28 gennaio 2013
OSSERVARE LA PROPRIA MENTE

Osservare la propria mente è come quando imbocchi un'autostrada e ti ritrovi in un grande ingorgo: sei lì intrappolato e non riesci più a venirne fuori.
Il tempo passa, l'ansia cresce e sembra che non vi sia più una via di fuga.
E così la tua mente: pensieri che si rincorrono, ricordi del passato s'intrecciano con le ombre del futuro.
Visi, immagini, persone, scorrono come in un film ad alta velocità.
Da un ricordo di felicità vieni catapultato in un attimo di tristezza.
Vorresti fermare il flusso, più cerchi di farlo e più i pensieri aumentano.
Provi ad addormentarti ma l'unica cosa che ti riesce facile è rigirarti e rigirarti nel letto, sperando che prima o poi il sonno possa mettere fine a quel turbinio, a quel mulinello.
Eppure dentro di te c'è la pace, tu sai che esiste, la desideri, la cerchi, la vuoi con tutte le tue forze.
Provi pian piano a fermarti, a rallentare la tua corsa. Cominci a percepire il tuo respiro, dapprima affannato e poi sempre un pochino più calmo, inizi ad avvertire che qualcosa sta, impercettibilmente, modificando la tua percezione, i pensieri si diradano, è come se ti si aprisse un piccolo varco di luce nell'oscurità e, man mano che entri in questo buio, la luce diventa sempre più forte, ti senti avvolto, ti senti come se qualcosa ti stesse proteggendo.
Ascolti il respiro come non lo avevi mai ascoltato finora, persino il battito del cuore ti sorprende perché era come se avessi dimenticato di aver un cuore che palpita.
Sei lì fermo, immobile, il tempo passa ma tu non avverti la frenesia, ti immergi in quell'oasi di pace, di calma, di tranquillità e cominci ad avvertire che qualcosa sta cambiando dentro di te, cominci a capire che in quell'attimo e solo in quell'attimo c'è il momento da vivere.
Se riuscirai a vivere ogni momento, ogni attimo come se fosse l'unico attimo che ti è rimasto da vivere, ogni attimo potrebbe essere un attimo straordinario e la somma di tanti di questi attimi non può non rendere la tua vita, una vita da vivere.
«Adesso anche con la mente mi siederò in disparte, osservandola in tutti i suoi problemi, la sporcizia, le foglie morte, le ferite, i traumi, i ricordi, i desideri. Imperturbato, starò seduto sulla riva, aspettando il momento in cui tutto sarà limpido.»
Accade da sé, perché quando siedi sulla riva della mente, non le dai più energia. Questa è la meditazione autentica. La meditazione è l'arte della trascendenza.
Accade da sé, perché quando siedi sulla riva della mente, non le dai più energia. Questa è la meditazione autentica. La meditazione è l'arte della trascendenza.
Tratto da: The Dhammapada: The Way of the Buddha, vol. 10, cap. 4.
(Santo)
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