lunedì 18 febbraio 2013

SBAGLIANDO L'ORDINE DELLE COSE




"Sbagliando l'ordine delle cose perché la bellezza e' un involucro, il talento un risultato, ottenuto con la fatica, la paura, il coraggio di accettare ogni sfida. A teatro, al cinema, in tv. Nella vita. Con intensità fisica e poesia. Perché poi, Sbagliando l'ordine delle cose, ogni figlio diventa un padre."



Queste sono le parole che mi hanno incuriosito nei giorni precedenti il Natale, quando ero in libreria a curiosare sulle novità editoriali e la mia attenzione fu catturata dalla copertina di un libro con la foto di Alessandro Gasmann, una curiosità che ho fatto mia quando un mio carissimo amico mi ha chiesto quale regalo avessi voluto per l'occasione ed io gli dissi che mi avrebbe fatto piacere leggere questo romanzo, che poi in effetti è una raccolta di racconti di vita vissuta.



E' un libro che ho fatto mio per una serie di motivi: il collegamento a quel grande artista che fu il papà di Alessandro, l'immenso Vittorio di cui lessi anche un libro molto forte "Memorie del sottoscala" in cui lui parlava della sua depressione, la curiosità di entrare nella psicologia di un uomo famoso ed invidiato quale può essere un personaggio pubblico come Alessandro, il fatto che il libro mi fosse stato regalato da un amico, ma, soprattutto, la spinta principale è stato il confrontare la mia esperienza di uomo comune che ha perduto un padre troppo presto nella vita (avevo solo 21 anni e lui 58) con l'esperienza di un uomo famoso, così come mi sono confrontato in altre occasioni con altri personaggi che raccontavano di queste forme di esperienza, non ultimo Flavio Insinna ("Un Padre, un Figlio, l'Addio") e Massimo Gramellini ("Fa bei sogni")

Personalmente non ho avuto l'esperienza di essere anche io a mia volta un padre, per effetto di scelte fatte o non fatte al momento giusto e quindi in un certo senso sono orfano due volte della figura paterna.


La vita non mi ha dato molto tempo per potermi concedere il lusso di poter aver accanto a me un padre, di vederlo invecchiare, di potermi confidare con lui, di renderlo testimone dei miei successi e dei miei insuccessi ma il fatto di averlo perduto così presto non ha significato cancellare la sua presenza ed anzi mi rendo conto che più si cresce, più si va avanti con gli anni e più sento il desiderio di voler colmare questa lunga assenza, e anche scrivere queste parole, al di là che vengano o meno lette da qualcuno, sono il mio personale modo di rendere omaggio ad una figura che non ha avuto lo spessore di un padre famoso quale può essere un Vittorio Gasmanm ma ogni padre deve essere il padre più famoso per suo figlio.

sabato 9 febbraio 2013

FAI BEI SOGNI





Fai bei sogni...

Fai bei sogni...Il romanzo di una vita alla ricerca della felicità.

In copertina un bambino tiene il filo di un palloncino colorato e guarda in alto.

Quante volte da piccoli ci siamo sentiti felici perché qualcuno ci comprava uno di questi palloncini e quando un improvviso colpo di vento lo faceva andare via, continuavamo a seguirne il volo nel cielo, finché quel palloncino si perdeva nell'infinito...e a volte una lacrima scorreva sul nostro viso.

Fai bei sogni...ci sono libri che ti toccano nel profondo ed il libro di Massimo Gramellini è uno di questi, e lo conferma anche il successo di pubblico che ha ottenuto.

La storia di un segreto celato in una busta per quarant'anni, la storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma ed il mostro più insidioso: il timore di vivere.

Non dirò quale è il segreto in quanto non mi sembra rispettoso verso chi non avesse letto questo romanzo e lo desiderasse leggere.

"Fai bei sogni" mi ha fatto riflettere su come sarebbe stata la mia vita se anche io avessi perduto la mamma all'età di nove anni e di riflesso ho pensato a quanto devo essere, invece, grato alla vita, per aver avuto la possibilità di avere vicino a me questa figura per tanti anni e quando dico vicino lo dico in tutti i sensi in quanto ho convissuto con lei finché, in età molto matura, l'ho dovuta salutare, accettando però questo evento con una grande profondità d'animo.

Probabilmente per effetto di quella legge di compensazione alla quale spesso la vita ci sottopone, l'aver potuto vivere con mia madre per lungo tempo, mi ha ricompensato del fatto che, invece, avessi perso mio padre in un'età estremamente prematura per lui e per me.

Fai bei sogni...mi ha riportato molto indietro nel tempo a quell'età innocente in cui ci si addormentava ascoltando una favola, una filastrocca, una ninna nanna e si andava incontro al buio della notte con dolcezza, a differenza di quando poi si cresce e a volte si teme la notte...

Il timore di vivere: io non so cosa possa significare temere la vita, della vita non ho paura e cerco di dare il meglio di me stesso per dare un significato al fatto che, comunque, ci sono.

Un coraggio che mi è stato trasmesso da due genitori che nonostante le difficoltà che hanno vissuto, hanno amato la vita, seppur nell'estrema semplicità ed umiltà, e di questo coraggio ne sono fiero.

Fai bei sogni..."Preferiamo ignorarla la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché, altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi." (Massimo Gramellini)

E cosa è più importante? ignorare la verità o essere completamente vivi? dove sta la felicità o quantomeno la serenità?







lunedì 28 gennaio 2013

OSSERVARE LA PROPRIA MENTE


Osservare la propria mente è come quando  imbocchi un'autostrada e ti ritrovi in un grande ingorgo: sei lì intrappolato e non riesci più a venirne fuori.

Il tempo passa, l'ansia cresce e sembra che non vi sia più una via di fuga.





E così la tua mente: pensieri che si rincorrono, ricordi del passato s'intrecciano con le ombre del futuro.

Visi, immagini, persone, scorrono come in un film ad alta velocità.

Da un ricordo di felicità vieni catapultato in un attimo di tristezza.

Vorresti fermare il flusso, più cerchi di farlo e più i pensieri aumentano.

Provi ad addormentarti ma l'unica cosa che ti riesce facile è rigirarti e rigirarti nel letto, sperando che prima o poi il sonno possa mettere fine a quel turbinio, a quel mulinello.

Eppure dentro di te c'è la pace, tu sai che esiste, la desideri, la cerchi, la vuoi con tutte le tue forze.

Provi pian piano a fermarti, a rallentare la tua corsa. Cominci a percepire il tuo respiro, dapprima affannato e poi sempre un pochino più calmo, inizi ad avvertire che qualcosa sta, impercettibilmente, modificando la tua percezione, i pensieri si diradano, è come se ti si aprisse un piccolo varco di luce nell'oscurità e, man mano che entri in questo buio, la luce diventa sempre più forte, ti senti avvolto, ti senti come se qualcosa ti stesse proteggendo.

Ascolti il respiro come non lo avevi mai ascoltato finora, persino il battito del cuore ti sorprende perché era come se avessi dimenticato di aver un cuore che palpita.

Sei lì fermo, immobile, il tempo passa ma tu non avverti la frenesia, ti immergi in quell'oasi di pace, di calma, di tranquillità e cominci ad avvertire che qualcosa sta cambiando dentro di te, cominci a capire che in quell'attimo e solo in quell'attimo c'è il momento da vivere.

Se riuscirai a vivere ogni momento, ogni attimo come se fosse l'unico attimo che ti è rimasto da vivere, ogni attimo potrebbe essere un attimo straordinario e la somma di tanti di questi attimi non può non rendere la tua vita, una vita da vivere.


«Adesso anche con la mente mi siederò in disparte, osservandola in tutti i suoi problemi, la sporcizia, le foglie morte, le ferite, i traumi, i ricordi, i desideri. Imperturbato, starò seduto sulla riva, aspettando il momento in cui tutto sarà limpido.»
Accade da sé, perché quando siedi sulla riva della mente, non le dai più energia. Questa è la meditazione autentica. La meditazione è l'arte della trascendenza.

Tratto da: The Dhammapada: The Way of the Buddha, vol. 10, cap. 4.


(Santo)


martedì 1 gennaio 2013

LETTERA PER IL 2013





Nel primo giorno del 2013 provo a scrivere una lettera a quella persona che in ogni istante della vita mi accompagna e cosa potrei scrivergli a quella persona?

Gli potrei dire che l'anno che è da poco iniziato sarà sicuramente un ulteriore anno di difficoltà, di incertezze, che ci saranno tanti eventi imprevedibili e non gestibili ma ce ne saranno anche tanti in cui il saperli affrontare con l'atteggiamento giusto potrà fare la differenza.

Sarà un anno in cui alcuni desideri si potrebbero realizzare ed altri rimarranno ancora depositati nel cassetto dei sogni.

Se questa persona si guarda alle spalle si accorgerà di quanta strada abbia comunque percorso, di quanti piccoli traguardi si è riempito il cammino, e vedrà quanti amici e amiche lo hanno seguito, hanno condiviso i suoi scritti, le sue parole, le sue immagini e tutto questo è un'ulteriore spinta per andare avanti, cercando sempre nuove idee da donare.

Viaggio nel miglioramento: quel viaggio senza fine, senza sosta, perché non c'è mai il momento in cui ci si possa fermare e dire"ho raggiunto quello che volevo raggiungere."

Ogni tappa è un passo ulteriore, ma è sempre un passo, non è mai una fine.

Se mi guardo indietro sono grato a me stesso e alla vita per le opportunità che mi ha concesso di potermi confrontare con me stesso andando sempre di più a comprendere le sfumature che ognuno di noi si porta dentro, a cercare di dare sempre un significato a quello che succede, accettando, anche, quello che succede.

Il viaggio sta continuando e sta andando verso una forma diversa di concepire il futuro: non più la frenesia del dover arrivare a tutti i costi, non più l'aspirazione a dover per forza realizzare obiettivi e sentirsi anche frustrati nel non raggiungere la meta.

Il futuro può essere una proiezione ma non sarà mai una certezza e allora perché perdere di vista l'unica certezza che abbiamo e che è il momento presente, quello in ci siamo e che stiamo vivendo.

Questo è il messaggio che voglio dare a chi segue queste mie conversazioni: concentratevi sul vostro presente e vivetelo con tutto voi stessi.

Buon 2013 da Santo

sabato 22 dicembre 2012

CARO BABBO NATALE



Se volessi trovare la parola che più possa dare un significato a questo Natale, credo che questa parola sia Speranza.

In un anno che è stato così difficile per la stragrande maggioranza delle persone, la speranza sembra quasi essere l'ultimo porto su cui approdare prima di un eventuale naufragio.

Mantenere un atteggiamento positivo verso la vita quando tutto sembra remarti contro non è una cosa facile da mettere in pratica.

Il senso di smarrimento, di incertezza, di rassegnazione, di frustrazione ha pervaso gli animi di molti di noi.

C'è chi ha reagito, chi ha trovato nel buio la luce della salvezza e c'è chi invece, purtroppo, nel buio ci si è smarrito definitivamente.

Quando la felicità ti piomba addosso non sei lì a farti domande, ti godi quel periodo della vita e pensi che non avrà mai fine e poi, un giorno, ci si sveglia e ci si rende conto che la vita è un ciclo e così come ogni giorno esce il sole, ogni sera il sole se ne va e quando la tristezza, la noia, la sfiducia entrano in te stesso, senti che tutte quelle certezze che credevi di aver ottenuto si stanno sgretolando e cominci ad aver paura.

Ma è proprio nella maledetta paura che si deve avere la forza,  il coraggio di ritrovare dentro di sé le risorse ed ognuno di noi ha le sue risorse, peccato che spesso la vita stessa ce le fa dimenticare.


Quando si era bambini si aspettava questo giorno per scrivere la famosa letterina a Babbo Natale e ci si divertiva a metterla sotto il piatto del papà o della mamma e poterla leggere a tutti i presenti, ottenendo anche qualche monetina per le prime pubbliche recite.


Molti di noi sono cresciuti, sono diventati uomini e donne mature, e, quindi oggi a chi la scriviamo quella lettera?

Forse non c'è neanche più quella persona che faceva finta di trovarla sotto il suo piatto e per riceverla dovrebbe costringere Babbo Natale a fare un lungo viaggio, eppure se, almeno in questi giorni, ognuno di noi tornasse bambino e scrivesse di nuovo quella lettera sono sicuro che non andrebbe persa, nell'Universo c'è sempre qualcuno che la intercetterà e chissà che quei desideri, quei sogni, quelle amarezze, quelle richieste di aiuto, non trovino quella risposta che si sta attendendo da tempo.

Sarebbe per me bello poter stringere la mano ad ognuno di voi che avete condiviso con me tanti miei personali momenti, sia di persona che attraverso le pagine dei miei blog, di facebook, di twitter e di tutte queste altre forme di comunicazione moderna e come fanno gli artisti quando sono all'ultima rappresentazione e fanno la scaletta dei ringraziamenti anche io voglio dire 

GRAZIE

innanzitutto ai miei familiari perché la famiglia è il motore principale, è il carburante che ti fa andare avanti;

agli amici storici e alle amiche storiche, per il bene che ci vogliamo e non viene scalfito dal tempo:

a chi giornalmente divide con me le gioie e le amarezze della nostra agenzia di viaggi e mi riferisco a Emanuela, Katia e Annamaria;

a tutti i clienti che continuano a darmi fiducia e molti di loro sono ormai anche amici storici;

a tutte le persone che mi hanno dato la possibilità di farmi conoscere, ospitando i miei scritti sui loro blog, sui loro giornali, commentando i miei articoli;

alle centinaia di agenti di viaggio perché ritrovino il giusto entusiasmo per andare avanti;

a tutti coloro che mi hanno dato fiducia;

alle persone che hanno contribuito alla mia crescita personale e professionale;

e anche GRAZIE a chi, pochi a dire il vero, hanno deluso le mie aspettative perché, comunque sia, mi hanno fatto capire altri aspetti di me stesso, hanno fatto emergere delle mie lacune sulle quali ho lavorato.

Vi abbraccio tutti e a tutti dico BUON NATALE.

"il modo più sicuro di diventare infelici è desiderare di essere più felici" (Schopenhauer)

da Santo

domenica 9 dicembre 2012

L'Arte della Serenità






L'Arte della Serenità "Il potere terapeutico della saggezza" di Claudio Lamparelli.

Ci sono dei libri che sembra che ti stiano aspettando. Sono lì sugli scaffali di una libreria e attendono solo il momento in cui, per quelle misteriose coincidenze della vita, tu ci porgerai lo sguardo e ne verrai attratto.

Questo che stiamo tutti vivendo è sicuramente uno dei periodi più complicati e la stragrande maggioranza di ognuno di noi è assillato da preoccupazioni varie.

In televisione non si fa altro che assistere a cronache di disperazione e anche di follia, con episodi di violenza che fanno veramente inorridire.

E allora come si può essere sereni anche in un mare così burrascoso?

Sarà possibile, solo leggendo questo libro, recuperare quella straordinaria ricchezza che è la serenità interiore?

Claudio Lamparelli oltre ad essere uno scrittore è uno studioso e traduttore di storia delle religioni, autore di varie opere che hanno come riferimento la meditazione.

Il libro non è assolutamente da confondere con altri libri della serie Legge di Attrazione o volumetti che vi insegneranno il pensiero positivo tanto per spillarvi qualche soldo.

Questo libro è una raccolta di 144 articoli con citazioni tratte dai più grandi filosofi e scrittori che si sono occupati di tutto quello che riguarda l'anima, il Sé,l'interiorità, il senso e lo scopo della vita ed è uno di quei libri da tenere con sé, come un fedele amico a cui rivolgersi quando si ha bisogno di una pillola di saggezza o quando ci si sente smarriti e si sta cercando una risposta.

Non va letto di fretta, non può essere assimilato in mezzo al caos, richiede quella attenzione e quella sensibilità necessaria per compenetrarne tutto il suo messaggio.

Lascio a voi la facoltà di farvi questo dono per Natale o di renderne partecipe una vostra persona cara e sarà sicuramente un dono che farà bene a voi stessi e a chiunque lo riceverà.

Lo potete acquistare anche attraverso il banner del Giardino dei Libri che trovate in questo stesso blog e oltre a questo potrete sceglierne tanti altri. nonché Cd, Dvd e altre belle cose per l'anima e lo spirito.

E' stato difficile scegliere la frase con cui chiudere questo articolo e allora ho pensato di prendere questa di Kierkegaard:

"La grandezza non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole"

(Santo)













domenica 25 novembre 2012

L'ESSENZA DI TE STESSO





A volte la vita ti fa sentire come una fune,tirato da una parte e dall'altra.

Due forze che si contendono la tua integrità e tu ti senti sballottato, vorresti che questo gioco terminasse e vorresti riposarti una volta per sempre, godendoti il viaggio che stai facendo.

Cerchi di darti una risposta e sai che più la cerchi all'esterno e più rischi di confonderti perché la maggior parte degli altri sono confusi, altrettanto, come lo sei tu.

Sei lì che aspetti il miracolo, che qualcuno ti porti i doni che stai desiderando ed intanto hai la sensazione che si sia creato come un distacco tra te ed il tempo che sta passando.

Tu, lì, ancora con i tuoi desideri, come se fossi all'inizio del viaggio, e, nel mentre continui a sognare, il tempo non si ferma, e più il tempo va avanti, maggiore avverti un senso di distacco che è un modo anche di difendersi dalla paura che il tempo non sia più sufficiente a colmare tutta la sete di conoscenza che è ancora in te.

Eppure la mattina ti adula con il suo carico di aspettative, così come la sera ti accompagna nel dolce declino, quando cerchi nel sonno di acquietare la mente che è lì inesorabile con il suo rumore di sottofondo, con il suo costante ed incessante bombardamento di domande, domande alle quali vorresti dare risposte che ancora stai cercando.

E proprio perché sai di non aver compiuto quel viaggio che ti deve portare a cercare la risposta più impegnativa, la risposta sul senso, sul perché dell'esserci, tieni accesa dentro di te quella fiammella che altro non è che la spinta, la motivazione ad andare avanti senza più aspettare che il tempo possa portarti quella risposta che è già qui, nell'attimo che stai vivendo ed in questo attimo di vita, in quello spazio tra un respiro e l'altro avverti un frammento di silenzio ed è in quel silenzio che pian piano andrai sempre più a ritrovare la tua pura essenza, quella purezza che era in te dal primo istante di vita, quando non ti sei chiesto il perché c'eri.

(Santo)